PER LE IMPRESE “LA RIFORMA DEL LAVORO NON E’ CERTO UNA PRIORITA’, PIU’ URGENTE UN PAESE DIGITALE E MENO BUROCRAZIA”
RIFORMA DELLA P.A., DIMINUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE E DEFISCALIZZAZIONE DEGLI UTILI REINVESTITI: ECCO LE RICHIESTE DEGLI IMPRENDITORI… ADEGUARE L’INFRASTRUTTURA TELEMATICA AGLI STANDARD EUROPEI
Al centro di un tira e molla fra il Governo e le parti sociali.
Discussa, dibattuta e controversa.
Eppure per le imprese italiane la riforma del lavoro è l’ultima delle priorità per creare sviluppo e produttività : è quanto emerge dal rapporto “L’Italia verso Europa 2020, come prosperare in una decade di crescita zero” di Business International (Fiera Milano Media), presentato a Roma durante una tavola rotonda tra l’imprenditoria e gli esponenti del mondo politico italiano.
In un quadro congiunturale ancora molto difficile, legato alla contrazione della domanda, al ritardo dei pagamenti e al credit crunch, il Top Management italiano, coinvolto nel campione, ha dichiarato che gli interventi prioritari da realizzare nel medio termine per rilanciare la crescita sono la riforma della Pubblica Amministrazione (77% delle risposte), la diminuzione della pressione fiscale (68,3%) e la defiscalizzazione degli utili reinvestiti nell’impresa (60%).
Non prioritarie le politiche di liberalizzazione e privatizzazione, ritenute importanti solo dal 31% e dal 22%.
Non è un mistero d’altronde che l’inefficienza della burocrazia del nostro Paese, la pressione fiscale eccessiva e il feroce ritardo nella costruzione dell’infrastruttura telematica, secondo un’indagine Ocse, siano solo alcune delle prime cause dello svantaggio competitivo italiano.
Ed è proprio la digitalizzazione dei servizi a stare particolarmente a cuore al mondo della piccola e media imprenditoria italiana.
L’adeguamento dell’infrastruttura telematica agli standard europei è auspicato dal 75% del campione.
Dopotutto in Italia il Digital Divide è ancora un problema rilevante e l’attuale Governo ha in effetti inserito l’Agenda Digitale tra le sue priorità anche se la sua attuazione è in ritardo e gli imprenditori concordano nell’identificare tra le cause la congiuntura economica sfavorevole (53%), ma anche l’eccessiva burocratizzazione delle procedure (43%) e la carenza di infrastrutture tecnologiche (41%).
“Digitalizzare la Pa non vuol dire solo mettere in rete i dati, ma renderli trasparenti e fruibili”, ha detto Giorgio De Rita, direttore generale di DigitPa, “una sfida che l’Italia deve assolutamente raccogliere tramite l’attuazione dell’Agenda Digitale”.
Un servizio che sarebbe utilissimo anche alla rete delle imprese che dichiara di soffrire molto l’attuale congiuntura economica: il 66% degli imprenditori intervistati dice di aver subito gli effetti della crisi, con un peggioramento di otto punti percentuali rispetto a quanto affermato in uno studio di Business International del 2009.
Nel 47% dei casi degli imprenditori intervistati il fatturato è diminuito nell’ultimo biennio, mentre il 70% del campione ritiene che la crisi avrà ancora effetti di lungo e medio termine sulla propria azienda.
Tra le principali criticità affrontate dalle imprese in questo periodo emergono la diminuzione degli ordini e delle vendite (62%) e l’insolvenza dei clienti (60%) a cui si sommano l’inefficienza della burocrazia (50%), l’aumento del costo del credito (40%) e la difficoltà di accedervi (39%). Il 29% degli intervistati lamenta l’aumento dei prezzi delle materie prime e il 25% denuncia in ritardo nei pagamenti della Pa.
Interventi per la ripresa. E sul risanamento del debito pubblico, l’attuazione del fiscal compact da coniugare con un progetto di crescita a breve termine, si è espresso il direttore della Finanza pubblica del Fmi, Carlo Cottarelli che ha detto: “Molto è stato fatto, ma il lavoro non è ancora finito. Non bisogna farsi prendere dal pessimismo e completare il cammino”.
“La recente missione del Fmi ha dato un giudizio altamente positivo sulle liberalizzazioni, ma c’è ancora da fare su energia, lavoro, settori professionali e giustizia”, ha sottolineato, specificando “l’urgenza della spending review che deve concentrarsi su tagli a singole componenti della spesa piuttosto che a tagli lineari”.
“Servono interventi di riforma nel settore dell’energia, del lavoro e in quello delle professioni e giudiziario – ha continuato il direttore – L’aumento dell’efficienza del sistema giudiziario è essenziale perchè la sua lentezza produce incertezza per le imprese”. ha poi avallato la tesi degli imprenditori secondo cui il peso della pressione fiscale continui a rallentare le possibilità di crescita.
“Occorre agire su quattro fronti per affrontare le incertezze del breve e del lungo periodo – ha suggerito – In primo luogo bisogna risanare i conti pubblici a ritmo appropriato, conciliando l’aggiustamento fiscale al sostegno della domanda aggregata”.
In secondo luogo bisogna “rafforzare la crescita nel breve e nel lungo periodo” anche attraverso un “rafforzamento del sistema bancario che è necessario per la crescita e – ha osservato – per riattivare il canale del credito”.
In terzo luogo bisogna “mantenere alta la fiducia nel progresso dell’euro” attraverso “l’unione bancaria e l’unione fiscale”. Per Cottarelli, in particolare, “occorre un grado molto più elevato di integrazione fiscale” nell’area euro.
Infine, quarto punto indicato dal membro dell’Fmi è “la necessità di assicurare un grado elevato di liquidità ai mercati”.
Proprio per questo è necessaria “un’azione più flessibile della Bce” e “abbiamo incoraggiato proprio la Bce – ha concluso – nel maggiore acquisto diretto di titoli di stato e in ulteriori operazioni di finanziamento a lungo termine”.
Linda Varlese
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