PER SALVINI STARE IN SENATO E’ “UNA PERDITA DI TEMPO”
SE NON GLI PIACE SI DIMETTA E RINUNCI A 12.000 EURO AL MESE, NESSUNO LO OBBLIGA
Marco Cremonesi sul Corriere della Sera oggi ci spiega che per Matteo Salvini stare in Senato è una perdita di tempo. Perchè i ritmi dell’Aula di Palazzo Madama non si confanno con quelli del Capitano:
«Pazzia! Quelli fanno perdere alla gente mucchi di tempo». Se si vuol vedere impazzire Matteo Salvini bisogna fermare il suo moto perpetuo: semplicemente, esce dai gangheri. È accaduto anche ieri pomeriggio, al Senato, quando un pacchetto di emendamenti della maggioranza avrebbe dovuto essere pronto per le 16. Il voto è slittato oltre le 18 e il leader leghista è apparso ai suoi una furia: «Ma che cosa aspettano a farsi da parte?».
In realtà Salvini aveva un impegno: doveva andare alla presentazione del libro di Bruno Vespa.
L’agenda di Salvini è una macchina che non prevede il vuoto, il programma è sempre serrato: radio e televisioni la mattina presto, comizi (seguiti ciascuno da oltre un’ora di selfie), incontri più o meno riservati.
In questo periodo, quelli con parecchi aspiranti leghisti: ieri il deputato azzurro Antonino Minardo ha annunciato la sua adesione alla Lega (al grido di «Io sono un terrone»), mentre oggi il capo leghista sarà a Sorrento e Positano, i cui sindaci si sono scoperti salviniani. Gli unici momenti a cui Salvini dedica poco tempo sono i vertici con gli alleati.
Quello con Berlusconi «è durato 6-7 minuti», non sufficienti a trovare un accordo su candidato in Calabria. Insomma, la perdita di tempo esaspera l’ex ministro. Soltanto Giuseppe Conte, «il bugiardo», suscita reazioni altrettanto animo se nel leader leghista. E del resto, nei suoi ragionamenti, la saldatura tra il premier e il tempo sprecato ricorre di continuo. Soprattutto ora che il leader leghista è entrato in modalità «propaganda» per le elezioni in Emilia-Romagna. E così, ieri il leader leghista è arrivato alla presentazione del libro di Bruno Vespa ancora irritato per il paio d’ore con le mani in mano a Palazzo Madama.
(da “NextQuotidiano”)
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