PERSINO LA STAMPA AFRICANA E’ SCANDALIZZATA DAI FESTINI DI BERLUSCONI
DAL KENIA ALLA BOTSWANA, DAL CONGO AL MADAGASCAR, DAL SENEGAL ALLA COSTA D’AVORIO TUTTO IL MONDO RIDE DI NOI: “UN CORROTTO IMPERATORE ROMANO” , “NESSUN CAPO DI STATO AL MONDO SI COMPORTA IN MANIERA COSI’ INDEGNA”… E QUESTO SAREBBE UN GOVERNO DI DESTRA, ATTENTO ALL’ETICA PUBBLICA?
Silvio Berlusconi sostiene che l’Italia ha conquistato «prestigio e autorevolezza » in campo internazionale grazie ad un premier «che è tra i più influenti e considerati nei vertici mondiali».
Effettivamente, nessun leader politico italiano ha mai raggiunto la sua notorietà mondiale.
Il “Cavaliere” è conosciuto in ogni angolo del globo, tanto da essere diventato un vero e proprio simbolo anche per la stampa africana che, sulla questione, è però nettamente divisa a metà .
C’è chi lo disprezza con tutto il cuore e chi si limita a deriderlo.
Più spesso si limitano a pubblicare i lanci di agenzia che riportano le sue avventure “galanti”, le sue gaffes e i suoi processi,maè negli editoriali che appare tutto il «prestigio e l’autorevolezza» di cui gode il nostro premier.
Per esempio, il keniota “Daily Nation”, in un articolo dello scorso 25 gennaio, non esita a inserire Berlusconi nell’olimpo del “Club Casanova” e pubblica la foto del premier italiano tra quella del presidente sudafricano Jacob Zuma, cinque mogli e venti figli, e quella di Muhammar Gheddafi.
Nel pezzo, Mwaura Samora ricorda però che «il comportamento di Zuma rientra nei confini della cultura zulu», mentre il premier italiano non è famoso solo per le sue avventure galanti ma anche per la corruzione, per le operazioni di chirurgia estetica e per i pessimi accordi anti immigrati con la Libia: «il fasto e la pompa con cui Berlusconi conduce la sua vita privata rimanda l’immagine di un corrotto imperatore romano piuttosto che di un capo di governo».
Non va meglio sul “Botswana Gazette”, dove si ricorda che esistono due scelte possibili in caso di coinvolgimenti negli scandali politici.
«Quella tra il primo ministro italiano che mostra il dito medio al pubblico, rimanendo in carica indifferente alla natura e alla vastità degli scandali in cui sono implicati i suoi uomini, e l’altro, che è quello di riconoscere immediatamente la vergogna della propria politica dimettendosi spontaneamente ».
Inutile spiegare quale era consigliata.
Da altre parti, invece, da tempo si usa deridere i propri leader definendoli “piccoli Berlusconi”, “Berlusconi dei Tropici” o “Berlusconi del fiume Congo”. Si vedano al proposito le edizioni online del “Madagascar Tribune” o del congolese “Le soft”.
Ma c’è chi prende la cosa molto più seriamente.
Lo scrittore senegalese, Boubacar Boris Diop, intervistato dall’ivoriano “Abidjan.net“ chiede che si smetta di guardare solo ai guai africani e ricorda che «nessun capo di Stato al mondo si comporta in maniera così indegna come Berlusconi, che ha rapporti con minorenni e se ne vanta».
Nelle isole Mauritius, invece, si preoccupano del cattivo esempio italiano riguardo alla libertà di stampae si elencano i diversi metodi per ridurre al silenzio i giornalisti.
«In Italia — si legge su “L’Express” – Silvio Berlusconi che controlla personalmente molti media, vuole ridurre al silenzio “l’Unità ” e “la Repubblica” privandoli della pubblicità ».
In un articolo del marocchino “Aujord’hui” dello scorso 5 novembre, Driss Ajbali si dilunga sulle vicende che hanno coinvolto la sua connazionale “Ruby”, spiega il rituale del Bunga Bunga e chiude raccontando di Nadia Macrì «che accarezzava il sogno di andare in televisione ma che, tentando la fortuna è finita per trovarsi nel letto del presidente del Consiglio italiano. Sarebbe stata ricompensata con 10.000 euro.
È un buon pagamento. Grazie signore! (in italiano nel testo)».
Infine, nel lontano Zambia, un giornalista del “Saturday Post” si chiede se gli scandali sessuali non finiscano per portare voti agli implicati, ma, soprattutto, fornisce una spiegazione alla tracimante ilarità del nostro premier: «in Zambia si dice che siccome un babbuino non riesce vedere il proprio “posteriore” considera ridicola la bruttezza del posteriore altrui. Ma se solo sapesse la verità sul proprio posteriore riderebbe meno di quello degli altri».
Il tutto a fianco della foto di uno dei premier «più influenti e considerati nei vertici mondiali».
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