PIAZZA SAN PIETRO INVASA DAI GIOVANI. IL PAPA: “NO ALLA CULTURA DELLA MORTE E DEL DISPREZZO DELL’ALTRO”
IN 90.000 IN PIAZZA DOPO L’INCONTRO AL CIRCO MASSIMO… “LA CHIESA NON LASCIA INDIETRO NESSUNO”
“Rinunciare al male significa dire ‘no’ a una cultura della morte che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa, che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro. Il cristiano non deve essere ipocrita deve vivere in maniera coerente”.
Così il Papa all’Angelus si è rivolto ai 90 mila giovani raccolti in piazza San Pietro e in via della Conciliazione, secondo i numeri comunicati dalla Gendarmeria vaticana. Arrivati a Roma da tutta Italia per incontrare il pontefice, in vista del Sinodo di ottobre, hanno trascorso la notte in attesa, trovando ospitalità nelle chiese aperte per l’occasione o bivaccando in piazza Pio XII.
Dopo il bagno di folla di ieri e il concerto al Circo Massimo, i ragazzi si sono mossi ieri sera verso San Pietro, partecipando alla Notte Bianca nelle chiese romane, con momenti di spiritualità , arte, cultura, spettacolo e animazione.
Molti di loro hanno dormito nell’area circostante il Vaticano.
Alle 11.20 il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro a bordo della papamobile. Con un piccolo “sconfinamento”: durante il giro ha varcato il confine del Vaticano, spingendosi fino alla metà di via della Conciliazione. Ad accoglierlo una folla di ragazzi e ragazze, che sventolano bandiere, fazzoletti e cappellini colorati.
“Oggi vi esorto a essere protagonisti nel bene”, ha continuato Francesco. “Non sentitevi a posto quando non fate il male: ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno. Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito”.
Poichè il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che vi si oppongono, il pontefice ha esortato i giovani a “camminare nella carità ” e “dire ogni giorno, con i fatti, ‘no’ al male e ‘sì’ al bene”. Ha poi invitato i giovani a ripetere con lui una frase di Sant’Alberto Hurtado: “È buono non fare il male, ma è ‘malo’ non fare il bene”.
Il Papa ha affidato ai giovani il mandato missionario in vista del Sinodo. Francesco ha quindi benedetto i doni offerti dalla diocesi di Panama, dove dal 22 al 27 gennaio si terrà la Giornata mondiale della gioventù 2019: la statua della Madonna di Loreto e il Crocifisso di San Damiano.
Al termine dell’Angelus, il Papa ha salutato le decine di migliaia di ragazzi che si sono raccolti a Roma in questi due giorni. “Cari giovani, facendo ritorno nella vostre comunità – ha detto – testimoniate ai vostri coetanei e a quanti incontrerete la gioia della fraternità e della comunione che avete sperimentato in queste giornate di pellegrinaggio e di preghiera”.
Arrivati a Roma dopo un pellegrinaggio nelle loro diocesi, i ragazzi si sono affollati a piazza San Pietro dalle prime ore del mattino per partecipare alla messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei che ha promosso la due giorni. La coloratissima folla di giovani è giunta in pellegrinaggio, in parte anche a piedi, da 195 delle 226 diocesi italiane. Sono 120 i vescovi che hanno concelebrato la messa con il cardinale Bassetti. “Sarete un vero lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società “, ha detto il presidente della Cei accogliendo i ragazzi giunti ad ascoltare la messa in attesa dell’arrivo del Papa.
“L’esperienza di questi giorni di cammino – ha sottolineato – ha contribuito a farvi capire che nessuna difficoltà e nessuna paura sono insormontabili, purchè non le affrontiamo da soli”, ha detto Bassetti nel corso dell’omelia. “So che in molti vivete la precarietà di una situazione lavorativa che vi impedisce di fare programmi per il futuro, so che in tanti provenite da famiglie dove non è facile vivere insieme. Nemmeno voi chiudete gli occhi davanti alle tante emergenze che sta attraversando il nostro Paese, anche se vi sentite oppressi e schiacciati da problemi che riguardano già il quartiere in cui vivete e la città dove abitate”. Bassetti ha ricordato ai giovani l’esempio del profeta Elia. “La sua fuga ci fa pensare ai tanti giovani che vivono oggi sulla loro pelle la stessa condizione e che devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie. Alcuni di loro hanno camminato accanto a voi”.
(da agenzie)
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