PROVE DI TERZO POLO RENZI A CALENDA, MA GIA’ CI SONO PROBLEMI
LA DIFFERENZA TRA LISTA UNICA E COALIZIONE: RENZI VUOLE LA PRIMA, CALENDA LA SECONDA
Il simbolo di Italia Viva a Calenda potrebbe servire, eccome. Senza +Europa, Azione deve raccogliere le firme in una settimana in tutti i collegi dello Stivale. Non è impresa facile.
Fino a ieri sera, nell’entourage dell’ex ministro spiegavano che la raccolta ci sarà, anche se non è indispensabile: «La legge ci esenta – è la versione dei calendiani – perché Azione, quando si chiamava “Siamo Europei”, ha ottenuto l’elezione di Calenda alle Europee». Ma quel simbolo non è mai stato attestato e l’interpretazione dei costituzionalisti (vedi Giovanni Guzzetta) è incerta.
Il rischio che non venga riconosciuto dall’ufficio elettorale c’è. Si scoprirebbe alla presentazione delle liste e, andasse male, significherebbe game over.
Ecco perché, «in via cautelativa», dicono in Azione, «raccoglieremo comunque le sottoscrizioni». Ieri Calenda ha riunito d’urgenza tutti i direttivi provinciali, per metterli sul chi va là: ci sarà una mobilitazione tra 48 ore.
C’è un altro ostacolo: per raccogliere le firme, serve l’elenco dei candidati, regione per regione. Vorrebbe dire trovare l’accordo su tutti i nomi entro dopo domani. Non è cosa da poco, per un partito ancora in gestazione.
Ma c’è una ragione tattica, nella mossa: se ci riuscisse, Calenda avrebbe le mani libere. Potrebbe correre in solitaria («Il tema di Renzi ora non si pone», dicevano ieri i suoi). O potrebbe chiedere di dar vita non a una lista unica con Iv, ma a una coalizione.
Un cartello in cui ognuno gareggia per sé. E chi scavalla il 3% va in Parlamento. L’ipotesi coalizione a Renzi piace poco. Ai suoi, ancora di meno.
(da agenzie)
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