PUGLIA, IL POZZO SENZA FONDO DEI FORESTALI: 1200 ASSUNTI E 16 MILIONI DI PERDITE L’ANNO
LE SPESE MAGGIORI RIGUARDANO IL PERSONALE: PER PORTARE IN CASSA 3,6 MILIONI DI EURO DALLA VENDITA DI ACQUA NEL 2016 SONO STATI SPESI 9.650.000 EURO PER IL PERSONALE FISSO E 2,5 MILIONI PER L’INTERINALE
Una voragine infinita, un pozzo senza fondo che continua a bruciare soldi pubblici. Questa è l’Arif, l’agenzia regionale che si occupa delle attività irrigue e forestali.
È fra le più grandi società pubbliche nelle mani della Regione Puglia, con i suoi 1.200 dipendenti.
Un numero variabile nel tempo, a seconda delle pressioni elettorali e politiche che hanno spinto i dirigenti dell’agenzia a fare, negli anni scorsi, assunzioni a valanga.
Un ente con compiti fondamentali come la salvaguardia dei boschi e soprattutto la gestione irrigua delle campagne.
È questa l’attività che dovrebbe portare soldi in cassa. Ma in realtà avviene il contrario. L’Arif ha buchi dovunque, dalle tubature che portano l’acqua nei terreni fino ai bilanci. Proprio nell’attività irrigua l’ente nel 2016 ha uscite per 20 milioni di euro e entrate per 3,6.
In pratica perde 16 milioni di euro l’anno, in aumento di oltre 2 milioni rispetto all’anno precedente.
Sono queste le ultime cifre che il commissario straordinario dell’Arif, Domenico Ragno, ha spiattellato sul tavolo della quarta commissione regionale (presieduta dal dem Donato Pentassuglia) davanti ai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Una commissione convocata per capire a che punto sono i lavori di manutenzione dei 2.500 chilometri di rete a pochi giorni dall’inizio della stagione irrigua nelle campagne.
Ragno ha presentato una relazione in cui ha elencato le problematiche del sistema Arif. Dalla “palese obsolescenza tecnico funzionale delle strutture irrigue per assenza di reali investimenti” alle “disfunzioni” nella distribuzione di acqua per rotture delle reti di distribuzione e degli idranti.
L’agenzia deve anche mettere in conto i danni subiti dai furti, centinaia all’anno sulle condutture. Nelle campagne si ruba di tutto. Idranti, pompe, quadri elettrici. L’ultimo caso è avvenuto pochi giorni fa a Triggiano. Soltanto i danni per i furti ammontano a 300mila euro l’anno.
Ma le spese maggiori riguardano il personale: per portare in cassa 3,6 milioni di euro dalla vendita di acqua nel 2016 è stato necessario spendere 9 milioni 650mila euro per il personale fisso, 2,5 milioni per il personale interinale, 6,5 milioni per i consumi energetici e 756mila euro per spese di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Va anche aggiunto che gli stipendi medi degli operai Arif sono elevati: da 1.500 fino a punte di 1.900 euro al mese, cifre importanti per operai, tutti o quasi dotati della qualifica di specializzati. Metà di questi inoltre godono delle indennità di trasferta, circa 500 euro al mese.
“Questa massiccia immissione di personale avvenuta negli anni – ha denunciato il commissario Ragno – ha fatto logicamente lievitare i costi totali”. Con queste spese, lo stesso dirigente fa notare “il disavanzo abissale tra gli introiti e i costi sostenuti per l’erogazione dell’acqua”.
Cercare di ottenere il pareggio di bilancio è come pensare di svuotare il mare con un cucchiaino. L’unica soluzione per arrivare al pareggio è quella di ridurre i costi. Il commissario Ragno è stato nominato dal governatore Michele Emiliano proprio per fare pulizia degli sprechi del passato.
Un primo risultato è evidente: la riduzione, fin quasi all’annullamento, dei contratti di lavoro interinali. Nella gestione precedente erano oltre 700 unità . Ragno ha ridotto il loro numero fino agli attuali 36.
Il taglio con l’accetta non basta però a ridurre gli sprechi. Non è un caso se lo stanziamento extra erogato dal consiglio regionale per aumentare gli investimenti sia stato utilizzato per coprire il disavanzo. Intanto la manutenzione langue e la stagione irrigua è alle porte.
Ma per ridurre gli sprechi dell’Arif serve soprattutto una forte volontà politica. Ed è proprio quello che ha voluto segnalare lo stesso Ragno nel corso dell’audizione.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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