QUANDO RENZI TRE ANNI FA SCRIVEVA CHE “E’ INACCETTABILE CHE CI SIANO ANCORA PICCOLI PARTITI CHE METTONO I VETI”
ORA CHE E’ LUI A METTERLI CON UN PARTITINO DEL 2,5% VANNO BENE?
“Non è accettabile che nel 2017 ci sono ancora piccoli partiti che mettono i veti”, così Matteo Renzi nel 2017, quando — appena rieletto segretario del Pd — durante il governo guidato da Paolo Gentiloni si scagliava contro chi minacciava la crisi dal “basso” di percentuali elettorali risicate.
Ma ora la situazione si è ribaltata e Matteo Renzi, che ieri ha innescato la crisi di governo annunciando il ritiro delle sue ministre dall’esecutivo, si ritrova proprio nel ruolo di quel piccolo partito che mette i veti.
Una situazione in cui, peraltro, si è ficcato da solo quando a settembre 2019, dopo aver contribuito a formare il nuovo governo giallo-rosso, ha deciso di uscire dal Pd, in cui avrebbe goduto ancora di buona percentuali e di formare un suo partito.
I veti di oggi di Italia Viva, che nei sondaggi gode del 2,5 per cento, sono sul Recovery Plan, sull’indisponibilità del governo di attingere ai fondi del Mes sulla sanità e in generale su un modo di gestire la pandemia che il leader di Iv ha trovato poco democratico, perchè giocato troppo sui social.
Il tweet del 2017, condiviso durante la trasmissione Porta a Porta, non era il primo in cui il “vecchio rottamatore” si scagliava contro i piccoli partiti. Ben prima di diventare premier, nel 2012, alla Leopolda assicurava: “Se vinciamo noi non ci sarà più spazio per il potere di veto dei partitini”. E qualche utente oggi scherza: “Per Renzi i veti erano inaccettabili nel 2017, ma forse sono accettabili nel 2020”.
(da TPI)
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