QUATTRO SALVATAGGI IN 48 ORE, I PATRIOTI DI OCEAN VIKING E SEA WATCH SALVANO 365 NAUFRAGHI MENTRE L’EUROPA DEI VILI ASSISTE INERTE
IL CAPOMISSIONE OIM IN LIBIA: “DI 600 DETENUTI NON SI SA PIU’ NULLA, SI TROVINO ALTERNATIVE DI SBARCO SICURO”
Quattro soccorsi in 48 ore, 385 migranti presi a bordo da due navi umanitarie mentre a Lampedusa continuano gli sbarchi autonomi e la guardia costiera libica riporta indietro altre centinaia di persone.
E l’Oim lancia un accorato appello alla comunità internazionale: “Si trovino alternative e meccanismi di sbarco sicuri per i migranti soccorsi in mare e che sono in fuga dalla Libia”
Almeno 200 migranti sono stati riportati a Tripoli poche ore dopo che il porto della capitale libica venisse bombardato. “La Libia non può aspettare”, afferma Federico Soda, Capo Missione per l’OIM in Libia. “E’ il momento di mettere in atto azioni concrete per assicurarsi che le persone soccorse in mare siano fatte sbarcare in porti sicuri e che il sistema di detenzione arbitrario venga terminato. A dieci mesi dall’inizio del conflitto, in Libia la situazione umanitaria continua a peggiorare. Oltre 2.000 migranti sono ancora detenuti in condizioni drammatiche, e gli operatori umanitari hanno sempre più difficoltà pratiche nel fornir loro assistenza. Nelle prime due settimane di gennaio circa 1.000 migranti sono stati riportati in Libia e 600 di loro sono stati trasferiti in una struttura controllata dal ministero dell’Interno libico. Di questi migranti non si ha più notizia. Le Nazioni Unite continuano a documentare abusi, torture, sparizioni e condizioni spaventose nei centri di detenzioni libici. È inaccettabile che l’attuale sistema di detenzione sia ancora vigente, nonostante i ripetuti appelli al suo smantellamento e a favore dell’apertura di soluzioni alternative che possano garantire almeno un minimo livello di sicurezza”.
Dopo i due soccorsi operati ieri, la Ocean Viking di Msf e Sos Mediterranèe ha preso a bordo nel primo pomeriggio altre 92 persone, tra cui diverse donne e bambini ( due gemelli di sette mesi e un bimbo di un anno) che erano su un gommone ormai sgonfio vicino ad una piattaforma petrolifera nel golfo di Sabratha.
Adesso sono 166 i migranti sulla nave umanitaria che non ha ancora chiesto l’assegnazione di un porto sicuro.
E in 121 sono stati invece recuperati dalla Sea Watch 3. Erano a bordo di un gommone in difficoltà che imbarcava acqua, a circa 24 miglia dalla Libia. Il centralino Alarm phone aveva raccolto il loro Sos e avvisato le autorità competenti.
Se dovessero chiedere e ottenere un porto dall’Italia, allo sbarco – così come già avvenuto la scorsa settimana a Messina – i migranti verranno tutti sottoposti ai protocolli per il coronavirus, a differenza di quelli che riescono ad arrivare alla spicciolata a Lampedusa o sulle coste siciliane con i barchini fantasma.
(da agenzie)
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