QUEI POLIZIOTTI CORAGGIOSI A MANGANELLARE GLI INERMI MA CHE NON SI FANNO AVANTI AD AMMETTERE LE LORO RESPONSABILITA’
DOPO L’INVITO DELLA PROCURA A PRESENTARSI SPONTANEAMENTE, NESSUNO AGENTE HA RACCOLTO L’INVITO
La polizia, si dice, in uno Stato democratico è al servizio del cittadino. Il cittadino (e giornalista) Stefano Origone è stato pestato dalla polizia a Genova il 23 maggio 2019, sono passati cinque giorni e il vicequestore si è scusato ma ancora nessuno dei poliziotti che l’ha picchiato si è preso le sue responsabilità .
Spiega oggi Repubblica:
Ancora nessun agente del Reparto Mobile di Bolzaneto si è riconosciuto nelle immagini che mostrano sette uomini in divisa picchiare selvaggiamente il giornalista e mandarlo all’ospedale con dita e costole rotte, un trauma cranico e una prognosi, per ora, di trenta giorni.
Nonostante le indagini della Procura vadano avanti, e la prima lista di venti agenti coinvolti si sia ridotta a meno di dieci uomini, per ora vince il silenzio.
Tanto che il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha ammesso: «Se gli agenti non dovessero essere identificati celermente, si rischierebbe di tornare a tempi bui, a episodi già vissuti».
E il riferimento è, ancora una volta, all’inchiesta sul G8. A quella pagina nerissima quando «si arrivò a proteggere l’anonimato a tal punto che non si riuscì nemmeno a identificare chi aveva sottoscritto un verbale».
Solo che oggi è diverso. Non soltanto perchè «si tratta di un’altra epoca e c’è la massima fiducia nella polizia», giurano in Procura.
(da “NextQuotidiano“)
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