QUEL ROTTAME NEL LAGO DI COMO: IL FONDALE È UN “CIMITERO” DI AUTO, MOTO E FURGONCINI (D’EPOCA) ABBANDONATI
MOLTI MEZZI SAREBBERO STATI UTILIZZATI DA LADRI E RICETTATORI E POI BUTTATI NEL LAGO UNA VOLTA FINITO IL COLPO, PER FARE SPARIRE LE PROVE … ALCUNE MACCHINE, INVECE, SONO STATE GETTATE IN ACQUA DAI PROPRIETARI, CHE NON VOLEVANO PAGARE IL CONTO PER ROTTAMARLE
Sinora, negli Stati Uniti, il lago di Como era famoso per le splendide ville che ospitano attori e ricconi di oltreoceano, per i grand hotel ancora in stile Liberty (salvo quale lodevole eccezione) e per gli scorci spettacolari. Ma quest’anno, i media a caccia di nuove storie hanno scoperto anche qualcosa che gli abitanti del lago conoscono da decenni: al largo del Moregallo, la roccia sulla sponda occidentale del ramo di Lecco, ci sono decine di auto, moto, furgoncini in stato di decomposizione e che appartengono a precedenti epoche motoristiche. Le più vicine alla costa si trovano a 15 metri di profondità, le più lontane a una settantina.
In realtà, il cimitero comprende anche vetture importanti (Jaguar, Mercedes e Land Rover) e delle Ducati ma l’aspetto sorprendente è che la reporter – ma anche gli altri media di oltreoceano – si fermino a valutare il pur importante aspetto ambientale trascurandone quello curioso e drammatico.
Una serie di eventi che sembrano usciti da un romanzo noir di Carlo Lucarelli o da una delle bellissime canzoni in dialetto «laghée» di Davide Van De Sfroos, con le storie della lotta tra contrabbandieri e Finanza o dei balordi del luogo.
La ‘vulgata’ lariana dice che sono veicoli di ladri e ricettatori, buttati nel lago una volta finito il colpo e per fare sparire le prove. Ce ne sono sicuramente, ma è notorio che siano finite nel cimitero anche auto utilizzate per frodi assicurative o semplicemente da rottamare, con un proprietario che non voleva pagare il costo. Sin qui, è pratica deprecabile ma non esclusiva di questo tratto di lago.
Invece lascia di sasso che le acque davanti al Moregallo siano le più soggette a incidenti, spesso mortali, ad appassionati di sub. Solo nello scorso marzo, in una settimana, ci sono state due vittime che vanno ad aggiungersi alle tre dei mesi precedenti e a tanti altri nelle passate stagioni. Una mezza ecatombe che ha spinto a chiedere un’ordinanza al sindaco di Mandello Lario – mai redatta, peraltro – per vietare le immersioni nel lago.
(da Il Corriere della Sera)
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