QUINDICI SEGGI SULLA CASSA DEL MORTO ALFANO
LA DERIVA NCD VERSO IL ROTTAMATORE
Ancora una volta, Angelino Alfano, ministro e leader improbabile, ha trovato la sua isola del tesoro. Il renzismo, dopo il berlusconismo.
E così il ritornello dell’immortale canto piratesco si adatta perfettamente al destino dei centristi di governo: “Quindici seggi sulla cassa del morto”.
Dove il morto in questione è il partitino semi clandestino di Ncd, mai nato, e i quindici seggi sono quelli che il premier avrebbe promesso ad Area Popolare, la sigla parlamentare che fonde alfaniani e casiniani di Udc, in virtù della nuova legge Acerbo, ossia l’Italicum con il premio di lista.
La trattativa c’è,nonostante le smentite, e si avvale di importanti conferme bipartisan, sia dal fronte alfaniano, sia da quella della minoranza del Pd.
Racconta un bersaniano di Palazzo Madama: “Renzi ha promesso 15 posti di capolista, cioè blindati, ad Alfano, Casini e Cesa. In più bisognerà accontentare gli ex di Scelta civica e gli ex di Sel. Voglio vederlo, Renzi, in campagna elettorale a spiegare ai nostri elettori che devono votare Alfano, mentre noi non ci saremo”.
Lo scenario non è per nulla campato in aria.Anche perchè,l’altro giorno, nel vertice di Palazzo Chigi con la triade Alfano, Schifani e Lupi sulle riforme, il premier si sarebbe rifiutato, per l’ennesima volta, di legare il ddl Boschi all’araba fenice del premio di coalizione.
Tutto porta al Partito della Nazione e in questo contesto la battaglia interna di Schifani e Lupi, rispettivamente capigruppo di Senato e Camera, per ritornare a destra non ha grosse possibilità . Anzi.
Rivelano i malpancisti di Ncd: “Il sì di Schifani e Lupi alle riforme senza nulla in cambio segna la fine del nostro partito. Ormai siamo al funerale”.
I democristiani sono persone che vanno sempre al sodo. Qui non si tratta del merito delle riforme costituzionali o delle unioni civili, ma di posti, semplicemente.
Attualmente i parlamentari di Area Popolare sono 69: 34 alla Camera e 35 al Senato. Tolti i quindici seggi futuri nell’unica Camera decisionale prevista dal renzismo, restano 54 centristi allo sbando e avvelenati, che sanno già di non essere rieletti.
Una mina in più sul cammino del ddl Boschi,bersaniani a parte.
Ovviamente, l’arena di guerra è a Palazzo Madama.
Roberto Formigoni è incazzato nero, così come il suo collega Luigi Compagna e finanche Carlo Giovanardi, che ieri ha ribadito che non entrerà mai nel Pd.
Altra enclave bellica è quella calabro-pugliese-lucana di Gentile e Viceconte che a seconda del bisogno potrebbe diventare verdiniana oppure sposare la strategia di Schifani a favore del centrodestra.
Poi c’è il fondamentale capitolo siciliano: i due sottosegretari indagati, Simona Vicari (legatissima a Schifani ha però rotto traumaticamente con l’ex presidente del Senato) e Giuseppe Castiglione, avrebbero già incassato la garanzia solenne di Alfano.
Fabrizio D’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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