RENZI PREPARA IL NUOVO MANUALE DELLE GIOVANI MARMOTTE: ARRIVA LA SUA “CONTROFFENSIVA CULTURALE”
IL CAPOSCOUT: “NON LASCIO AD ALTRI LA (CORSIA DI) SINISTRA”… E PENSA AI GIORNALI: FORSE SI RICORDA DI QUANDO LI DISTRIBUIVA SENZA LEGGERLI
Sentire parlare Renzi di cultura politica fa l’effetto di un ateo che riceve la comunione la domenica o, se preferite, di un pregiudicato che pretende di aver la fedina penale pulita.
Formatosi distribuendo giornali per conto del padre ma non leggendo certo la “terza pagina”, Renzi ha la sua base culturale nel “manuale delle giovani marmotte”: quello che peraltro, da caposcout, non gli aveva evitato di far perdere nel bosco, per una intera notte, il gruppo che guidava.
Ora che Landini ha riscoperto il termine “sinistra”, ecco che, come i bambini spocchiosi e viziati, Matteo strilla che il giocattolo è suo e lo rivuole indietro.
Non l’aveva mai usato al parco, ma fa nulla: lui ha notoriamente il senso della proprietà di Squinzi con cui ama giocare sullo scivolo.
E così ieri alla direzione Pd (quella degli ex imborghesiti che hanno paura a contraddirlo altrimenti azzera loro la paghetta di mamma) ha annunciato la sua “controffensiva culturale” all’insegna del motto araldico “Io non lascio la parola sinistra agli altri”.
Da bulletto di provincia, prima la precisato che “la coalizione sociale non mi toglie il sonno ma occorre una riflessione su come è stata la sinistra in Italia: mai maggioritaria”.
Ragionamento di gran livello: forse che la sua “sinistra” sarebbe mai stata maggioritaria se una legge truffa non permettesse a chi ha avuto il 40% del 60% dei votanti (quindi il 24% degli italiani) di governare come se avesse il 55% dei consensi?
Poi Renzi va oltre e distilla questa perla: “se la politica diventa uno scontro ideologico e se gli togli la capacità di decidere, diventa solo una rappresentazione mediatica che nulla ha a che fare con la realtà ”.
In pratica ha dipinto se stesso: nessuna radice, autoritarismo e bluff mediatico, i tre capisaldi del nuovo libretto delle Marmotte.
Nessuna visione del modello di società , nessun riferimento politico, nessuna casa madre da rivendicare (lui stava pure in affitto a scrocco da Carrai, che volete gliene freghi della casamadre…), l’importante è correre verso il nulla, decidere secondo la sua convenienza, stroncare chi si permette di dissentire, vendere pentole bucate e materassi in tv per far addormentare meglio un popolo che è già poco sveglio di suo.
La summa teologica del renzismo è tutta qua, ma ora, ricorda il bullo, “occorrono strumenti culturali, l’Unità che rinasce servirà per questo: per avere luoghi di discussione al nostro interno”.
Esilarante detto da uno che non ammette il dissenso nemmeno all’interno del suo partito.
Poi spiega: “Essere di sinistra non è difendere un simbolo ma le persone, io sono per una sfida culturale su questo”.
Concetto non solo di una banalità impressionante, ma pure rischioso.
Difendere chi?
Sono persone anche i corrotti, i mafiosi, i tangentari, i politici capibastone nominati dai vertici, le oche del villaggio portate in parlamento, gli evasori fiscali, i pedofili, i criminali, i grandi speculatori finanziari, gli inquinatori.
Suvvia Matteo, ogni tanto fatti consigliare da qualcuno che di politica ne capisca, non solo dalle lobbie economiche che ti hanno scelto dopo averti visto alla Ruota della fortuna.
Perchè la ruota gira.
E chi sale troppo in alto, quando cade si fa parecchio male.
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