RENZI PRONTO AD ABBANDONARE IL ROSATELLUM PER SILVIO
IL PD IMMAGINA UN PROPORZIONALE TEDESCO
Direzione nazionale del Pd il 30 maggio, dedicata alla legge elettorale, proprio alla vigilia del suo approdo in aula il 5 giugno.
Stavolta Matteo Renzi ha intenzione di fare sul serio sul sistema di voto. “Per tutta la settimana – scrive su Facebook – il Pd sarà pronto a incontrare gli altri partiti, nelle forme e nelle delegazioni che siamo pronti a concordare con i singoli schieramenti”. L’offerta di Silvio Berlusconi di proporzionale alla tedesca piace sempre di più in casa Pd, anche perchè pare accompagnata dal voto anticipato a subito dopo l’estate.
Anche se negli incontri con gli altri partiti Renzi vuole comunque partire dal Mattarellum, prima proposta del Pd ma senza maggioranza in Parlamento.
“Vediamo, voteremo la legge elettorale che ha più voti”, ci dice Ettore Rosato, capogruppo Dem alla Camera. E intanto il ‘proporzionale alla Silvio’ miete simpatie da sinistra a destra: è questa la volta buona?
“L’ideale sarebbe un tedesco proporzionale, perchè nessun sistema garantisce la governabilità senza ballottaggio e con due camere non puoi avere il ballottaggio…”, dice un renziano doc, a taccuini chiusi.
Ancora il ‘sogno tedesco’ di Matteo Renzi non è maturo per farsi esplicito, ma certo si riscalda con l’offerta di Silvio Berlusconi: proporzionale con voto in autunno. Allettante. Il segretario Pd valuta la proposta, spera non sia un bluff, potrebbe anche dare il via libera per il voto in commissione a partire dalla prossima settimana, abbandonando il Rosatellum, proposto dal Pd soltanto la settimana scorsa.
Ma le incognite sul campo seminano ancora molto scetticismo sulla legge elettorale.
L’input che dal Nazareno arriva ai gruppi parlamentari del Pd è di procedere per gradi. Domani in commissione Affari Costituzionali il Pd proporrà l’adozione del Rosatellum quale testo base, prevedibilmente lo voterà con la Lega e pochi altri.
Non vuol dire che rimarrà Rosatellum fino alla fine di una diatriba parlamentare sulla legge elettorale che si annuncia ancora insidiosa e senza garanzie di riuscita.
Domani sarà Rosatellum, dopodomani chissà . I parlamentari del Pd domani sera sono convocati dal capogruppo Ettore Rosato per una riunione sulla legge elettorale.
Non tutti sono convinti della necessità di seguire il richiamo di Berlusconi. Il Pd renziano però aspetta Forza Italia alla prova degli emendamenti: saranno presentati questa settimana entro venerdì, mentre la prossima settimana dovrebbero essere votati.
Al quartier generale del segretario Dem sanno che il partito di Berlusconi presenterà un emendamento teso a trasformare il Rosatellum in proporzionale puro, alla tedesca. E potrebbero anche appoggiarlo la prossima settimana.
Ma questo dipende anche dalle reazioni del resto delle forze politiche. In modo particolare: il M5s. “Se esagerano con la propaganda dell’inciucio tra Pd e Forza Italia, noi andiamo avanti con il Rosatellum”, segnala una fonte Dem.
Maria Elena Boschi fa già scattare la controffensiva Dem. “Il Pd – dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio a un dibattito con Luigi Di Maio al Centro Studi Americani – ha parlato con atti parlamentari, abbiamo presentato il Mattarellum e il Rosatellum, ora rimesso al dibattito anche perchè il Pd da solo per l’approvazione i numeri non li ha. Il problema è che se il Pd è da solo ci dicono che siamo isolati. Se cerchiamo l’accordo ci dicono che facciamo l’inciucio. Abbiamo fatto una proposta vedremo cosa accadrà “.
Continua la fonte Dem: “Se il M5s invece valuta che il proporzionale l’avevano proposto anche loro tempo fa, allora…”.
E infatti dice oggi Di Maio, rispondendo a Boschi: “Noi abbiamo una posizione di massima apertura partendo dalla legge uscita dalla Consulta”. Che prevede un premio di maggioranza alla lista che raggiunga il 40 per cento dei consensi, ma resta un sistema proporzionale se nessuno raggiunge questa soglia.
Al Nazareno poi registrano tutte le aperture sul proporzionale.
C’è Maurizio Lupi di Ap che si dice interessato, benchè il leader del suo partito Angelino Alfano abbia dichiarato di “avere ormai le mani libere” sul governo, furioso per il dialogo tra Renzi e Berlusconi.
Dice invece Lupi: “Credo si debba dialogare insieme per trovare una buona legge elettorale, ben venga questo dialogo ritrovato con Fi. Certamente la strada del rosatellum non è una strada di dialogo”.
Ci sono aperture da Sinistra Italiana. “Pronti al confronto sul sistema tedesco”, dice Nicola Fratoianni. E apre anche Mdp.
Dice Pierluigi Bersani: “Sul modello tedesco si può discutere, ma chi pensa di andare al voto a ottobre sta dicendo agli italiani che si può andare in esercizio provvisorio e, tanto per dirne una, a gennaio scatta l’aumento dell’Iva”.
Del resto la preoccupazione su questa nuova corsa al voto anticipato serpeggia anche al governo. Ecco Graziano Delrio, pur vicino a Renzi: “La legge elettorale non è una merce di scambio. Il Pd non chiede elezioni anticipate e quindi non c’è nessuno scambio da fare”.
Mentre il Quirinale segue il tutto in assoluto riserbo.
Il Rosatellum, sistema composto da 50 per cento di maggioritario per collegi e 50 per cento di proporzionale, definito da Bersani un “un’invenzione pasticciata”, è al momento la proposta più invisa al M5s.
E scontenta anche Forza Italia, che sarebbe costretta a stringere alleanze per collegio con la Lega, con il rischio però di favorire eletti del Carroccio nei collegi del nord e non eleggere i propri al sud dove ormai è forte la concorrenza pentastellata.
“Però questa è materia che sta alla forza contrattuale del partito di Berlusconi con la Lega”, dicono da casa Dem, alzando le mani.
Insomma, Renzi va avanti a tentativi, ma intanto vuole vedere le carte di Berlusconi. “Chi ci assicura che poi al Senato non cambiano? E chi ci assicura che la parola data resta così fino alla fine?”.
Già , nessuno assicura niente. E questa è la migliore garanzia per un buco nell’acqua parlamentare sulla legge elettorale, un nulla di fatto che partorirebbe il sistema preferito da tutti: il proporzionale, il sogno sul quale però nessuno è disposto a lasciare le impronte.
(da “Huffingtonpost”)
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