RENZI: “SI’ AL PROCESSO A SALVINI, NON AGI’ PER INTERESSE PUBBLICO”
IL VOTO NEL POMERIGGIO
“Salvini non agì per interesse pubblico”. E’ la motivazione con cui il leader di Italia Viva Matteo Renzi annuncia, nell’aula del Senato, il voto del suo partito a favore dell’autorizzazione a procedere per il processo Open Arms, la nave della Ong bloccata in mare per 19 giorni nell’agosto 2019, quando era ministro dell’Interno.
I renziani sciolgono così la riserva sulle loro intenzioni di voto e, smentendo alcune indiscrezioni che li dipingevano orientati per il no, mettono il leader leghista in serio pericolo di essere processato. “Noi dobbiamo rispondere alla domanda non se Salvini ha commesso reati o no, o se fosse accompagnato da altri membri del governo. A questo risponde la magistratura. Ma se ci fu interesse pubblico. E per me l’interesse pubblico non c’è nel tenere un barcone lontano dalle coste”, afferma Renzi.
“Il voto del Parlamento italiano è importantissimo. Mandare a processo Matteo Salvini significa ristabilire una verità storica e l’inviolabilità delle convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare nonchè i principi delle nostre costituzioni democratiche”.
A parlare è il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, secondo il quale “il processo a Salvini stabilirebbe un principio che vale per tutti i governi: i diritti umani devono essere rispettati e la legge è uguale per tutti”.
Camps si dice infine “deluso” dall’operato dell’attuale Governo perchè anche senza Salvini ””è cambiato poco, si sono smorzati i toni, ma la linea politica è rimasta la stessa”.
In gioco c’è oltre al futuro giudiziario del leader leghista anche quello politico: il sì al processo da parte del Senato e un’eventuale condanna potrebbe indebolirlo ancora di più e spianare la strada per la sua successione.
Emma Bonino, senatrice di +Europa, parla a nome del gruppo Misto dichiarando il voto favorevole al processo: “Salvini potrà difendersi in tribunale”. Sulla stessa linea anche il senatore del Misto, l’ex M5s Gregorio De Falco: “Non c’è alcuna possibilità di rinvenire la corresponsabilità del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che operò una moral suasion nei confronti di Salvini e gli scrisse una lettera invitandolo a far venire meno il reato che si stava compiendo”
(da agenzie)
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