RESPONSABILI FLOP, PER FORMARE IL GRUPPO DEI VENDUTI ARRIVANO IN SOCCORSO DUE PDL
FALLITA L’OPERAZIONE DI SOSTEGNO AL GOVERNO: NON ADERISCONO CALOGERO MANNINO E ANTONIO GAGLIONE, IL GRUPPO PER ARRIVARE A VENTI E’ STATO COSTRETTO A CHIEDERE AIUTO AL PDL CHE GLI HA PRESTATO PEPE E D’ANNA… DOVEVANO AGGREGARE ALTRI DEPUTATI, E’ FINITA CHE NE HANNO PERSI LORO
A Montecitorio arriva il gruppo dei ‘responsabili’, gli esponenti di varie mini formazioni politiche e i protagonisti di scelte individuali a favore del governo Berlusconi.
Il nuovo gruppo parlamentare “Iniziativa responsabile” sarà composto da 21 deputati, tutti quelli di cui si è parlato nei giorni scorsi, ad eccezione dell’esponente di Noi Sud, Antonio Gaglione e di Calogero Mannino, e con l’aggiunta di due new entry provenienti dal Pdl: Mario Pepe e Vincenzo D’Anna.
In attesa della votazione per il nuovo capogruppo, il reggente è Luciano Sardelli.
Nella conferenza stampa di presentazione è stato sottolineato che si tratta di un “gruppo federativo”, che – ha rilevato Sardelli, “non appartiene a nessuno e in cui nessuno può rappresentare tutti, in attesa di definire una sintesi”. Silvano Moffa ha precisato “Non siamo una stampella del governo nè un’armata Brancaleone, ma un valore aggiunto per la maggioranza”. Francesco Pionati ha parlato di “terza area” della maggioranza che punta a nuove adesioni nelle prossime settimane.
Calogero Mannino non ha aderito al nuovo gruppo dei Responsabili perchè, dice, non vuole che il Pid da lui fondato finisca per confondersi con il Pdl.
In realtà l’operazione del faccendiere Moffa è finita in farsa, naufragando miseramente a pochi metri da riva, invece che prendere il largo.
Per settimane Berlsconi e l’ex finiano Moffa hanno sparato palle, sostenendo che sarebbero stati almeno 10 i nuovi deputati che sarebbero andati a rafforzare i venti su cui già potevano contare e che hanno salvato il governo sul voto di fiducia.
I venti di base erano costituiti innanzi tutto dagli 11 di “Noi Sud”, (ovvero i quattro ex Mpa Belcastro, Iannacone, Milo e Sardelli, gli ex Udc siciliani Romano, Mannino, Pisacane, Ruvolo e Gianni, i due ex Idv Porfidia e Razzi).
Poi i quattro ex finiani Moffa, Polidori, Siliquini e Catone, i tre “responsabili” Scilipoti, Calearo e Cesario e infine Pionati e l’ex leghista Grassano.
Si è tirato fuori Gaglione di “Noi Sud” e all’ultimo momento anche Calogero Mannino.
Lo steso Grassano ha precisato di “aver aderito con riserva”: a lui interessano le riforme del federalismo e quella della giustizia: forse perchè spera di evitare la condanna del tribunake du Alessandria per aver sottratto 700.000 alle casse comunali ( processo in dirittura finale).
Qualificati gli interventi degli esponenti del “Partito dei venduti”: Razzi ha difeso la sua scelta perchè “andare al voto porterebbe giù l’economia””. E racconta che “sono stato all’Onu e sentivo che tutti dicevano che l’Italia avrebbe fatto la fine della Grecia. E’ lì che ho deciso.”.
Peccato che avesse sempre detto che aveva deciso a casa sua, dopo aver ricevuto un amico deputato.
L’operazione ha solo uno scopo: avere un rappresentante nelle 14 commissioni, riportando il centrodestra in maggioranza nelle Commissioni.
Con il prestito di due Pdl ce la faranno, ma l’operazione politica di aggregazione è miseramente fallita: alla fine hanno perso due deputati invece che guadagnarne dieci.
Complimenti al faccendiere Moffa che aveva garantito l’entrata in massa dei finiani.
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