RETROSCENA. E MARINA TELEFONÃ’: PAPÀ, NON FARLO”
BERLUSCONI CAMBIA IDEA IN POCHE ORE: DAL QUASI SI’ A MATTARELLA ALLA DICHIARAZIONE DI GUERRA A RENZI
“Ci ha tradito, questo Renzi ci ha preso per i fondelli. Noi i patti li abbiamo rispettati, e lui li ha stracciati”. L’unica certezza è la rabbia, la delusione bruciante.
Silvio Berlusconi per la prima volta pare un pugile suonato. Barcollante. Quasi confuso.
Al punto da passare dalla dichiarazione di resa alla dichiarazione di guerra nello spazio di quattro ore.
A metà mattina, dà ragione a Gianni Letta: “Silvio, se quello va al Quirinale con i nostri voti non farà cose contro di te. Non è dei nostri, ma è uno corretto”.
Solo dinanzi all’insurrezione dei suoi, Romani, Toti, il cerchio magico l’ex premier non prende in mano la cornetta per comunicare a Renzi che è pronto a votare al primo scrutinio Mattarella: “Meglio intestarcelo subito, che subirlo alla quarta” ripete Letta.
La ferita però sanguina.
È nel momento più difficile che una telefonata più delle altre gli fa ritrovare il piglio del combattente.
Marina, la primogenita, è durissima con Renzi. Gli fa capire che il “partito Mediaset” non ha nulla da temere dal nuovo capo dello Stato che si dimise ai tempi dell’approvazione della Mammì.
E di fronte allo schiaffo non si può porgere l’altra guancia.
Ecco perchè alla riunione dei grandi elettori la voce provata pronuncia un urlo di guerra: “Il patto del Nazareno si è rotto, perchè lo ha rotto Renzi. Ora avrà problemi a far passare le riforme”.
E per la prima volta invoca il voto sul Consultellum.
Forza Italia, spiega, voterà scheda bianca alle prime tre votazioni, ma anche alla quarta: “Se lo eleggano loro”.
Anche se sia Berlusconi sia tutto lo stato maggiore spiegano che non è un segno di ostilità verso il nuovo capo dello Stato il cui profilo e la cui storia sono meritevoli di rispetto, ma un atto politico verso un “metodo che si è rotto”.
Tanto che Berlusconi chiama Mattarella, per comunicarlo con garbo istituzionale.
Parlando con i big di Forza Italia è difficile capire se Berlusconi sarà davvero conseguente bocciando i provvedimenti da lui stesso votati o se si tratta solo di un urlo di dolore.
È chiaro che Forza Italia pare un fortino espugnato.
L’odio scorre sui volti del gruppo dirigente. E soprattutto verso Verdini, il nume del Nazareno. Perchè è saltata l’essenza stessa del patto.
Il Quirinale “condiviso” era la clausola numero uno in base alla quale l’ex premier ha dato tutto.
Questa: “Tutti tranne Prodi e nome da scegliere assieme”. E non solo non è arrivato il dividendo ma ora la Ditta azzurra va in perdita: “Abbiamo ceduto su tutto — ripete l’ex premier – su legge elettorale, riforme, tutto o ora non incassiamo niente?
Durissimi gli strali indirizzati verso il “ragazzo”. Prepotente. Un “giocatore d’azzardo”.
Una fonte di palazzo Grazioli spiega così la cruda verità : “Il Nazareno prevedeva al Colle uno scelto anche da Berlusconi. Ora Renzi lo mette lui. E con questa mossa Renzi dice a Berlusconi. Io ti tengo per le p…e, sono io che decido sulla salva Silvio e su quello che ti riguarda, quindi se vuoi il patto lo fai con me, non con uno al Colle. Altrimenti arrangiati”.
Pare che anche Verdini sia rimasto basito di fronte alla mossa di Renzi.
Perchè il ragazzo gioca pesante. Ma fino alla fine ha difeso le ragioni del Nazareno, chiedendo di votare Mattarella.
Alfano racconta a Berlusconi che i suoi hanno ricevuto telefonate fino a tarda notte, direttamente dal premier. Con l’obiettivo di fare pressione su Mattarella.
Nella Waterloo berlusconiana, l’unico elemento che regge è l’asse con Alfano.
Il “patto di unità d’azione” tiene. Angelino sente Renzi e caccia il quid: “Te l’ho già detto, Mattarella mai. Non usciremo dal governo, ma non lo votiamo”.
Pochi minuti dopo l’inizio delle votazioni Nunzia De Girolamo e Paolo Romani sembrano essere tornati nello stesso partito annunciando “conseguenze sulle riforme”. E tutto il gruppo ciellino di Lupi è scatenato contro “un cattolico di sinistra” al Colle. Parlano con i parlamentari, verificano la tenuta delle truppe.
Anche perchè adesso nel fortino espugnato è partita la resa dei conti. Il tam tam che i fittiani potrebbero dare sottobanco voti a Mattarella per sancire la capitolazione del Cavaliere si fa sempre più insistente: “Fitto lo aveva detto — dicono — che Berlusconi si è svenduto senza niente in cambio e questi sono i risultati. Andare alla trattativa sul Colle con la legge elettorale e le riforme approvate è stato demenziale”.
Pare un guerriero col coltello tra i denti Raffaele Fitto che a metà pomeriggio invoca “l’azzeramento totale del gruppo dirigente di Forza Italia nel partito e nei gruppi”. Dichiarazione che a palazzo Grazioli viene classificata alla voce “sciacallaggio”. Questo è il clima.
In Transatlantico gli azzurri si dicono certi che a questo punto il voto in primavera è inevitabile.
Qualcuno fa notare che difficilmente il primo atto di Mattarella possa essere lo scioglimento delle Camere che lo hanno eletto.
Resa, confusione dentro Forza Italia. Nel frattempo nel segreto dell’urna a Mattarella arriveranno voti da destra.
Quelli di Mario Mauro che ha fatto votare Gabriele Albertini, e anche parecchi azzurri.
Mai Berlusconi è stato così debole. Dentro e fuori il suo partito.
(da “Huffingtonpost”)
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