RIFORMA GIUSTIZIA, INTESA IN CDM DOPO 5 ORE DI BRACCIO DI FERRO CON IL M5S
REGIME SPECIALE PER TUTTI I REATI DI MAFIA
Intesa raggiunta in Consiglio dei ministri sulla riforma della Giustizia promossa dalla ministra Marta Cartabia, dopo un braccio di ferro durato circa 5 ore tra il premier Mario Draghi e il Movimento 5 Stelle.
Tempi più lunghi, fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. Questa la mediazione passata in Consiglio dei ministri.
La proposta, frutto di una mediazione del Pd con il ministro Orlando, avrebbe assorbito i dubbi del M5S sull’improcedibilità per l’articolo 416 bis.1 del codice penale, sull’aggravante mafiosa.
Una deroga esplicita per quei reati ci sarebbe nella fase transitoria, con la possibilità di termini fino a 5 anni a regime.
Il termine di improcedibilità in appello può salire da 2 a 3 anni e in Cassazione da 1 anno a 18 mesi per i giudizi “particolarmente complessi”.
Ma ulteriori proroghe della stessa durata “possono essere disposte” per i delitti di terrorismo o eversione, per associazioni di tipo mafioso (art.416 bis), per scambio elettorale politico-mafioso (art.416 ter), per violenza sessuale, per le associazioni per spaccio di stupefacenti.
Lo prevede la bozza, visionata dall’ANSA, di modifica al testo sulla prescrizione. Per impugnazioni entro il 31/12/2024 l’improcedibilità scatta dopo 3 anni in appello e 18 mesi in Cassazione (norma transitoria).
La riunione si era aperta in salita, preceduta da un lungo confronto dei 5 Stelle con Giuseppe Conte alla Camera. Addirittura, il Cdm era iniziato senza i ministri M5S, ancora impegnati a colloquio con l’ex premier.
Alla fine, la fumata bianca. Accordo unanime sulla riforma della Giustizia penale in Consiglio dei ministri: lo ha confermato il ministro dei Rapporti con il Parlamento ed esponente del M5S, Federico D’Incà, rispondendo ai cronisti al termine della riunione.
La stessa Cartabia ha commentato, all’uscita da Palazzo Chigi: “Abbiamo apportato degli aggiustamenti, come annunciato la scorsa settimana con Draghi, alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche che degli operatori e degli uffici giudiziari che saranno i primi a essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa nel nostro Paese”.
“L’obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo”, ha dichiarato la ministra.
(da Huffingtonpost)
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