RIFORMA RAI PATACCA: NON SOLO RESTA IL CONTROLLO DEI PARTITI, MA SI RAFFORZA IL RUOLO DEL GOVERNO
BENEDETTA TOBAGI, CONSIGLIERA RAI: “COSI’ SI PASSA DALLA PADELLA ALLA BRACE, L’AD NOMINATO DALL’ECONOMIA SARA’ UNA SORTA DI FIDUCIARIO”
«Non è una riforma, è un ritocco. Che per di piu, fa passare la Rai dalla padella nella brace ». Benedetta Tobagi non nasconde i suoi dubbi sul ddl di riforma della televisione pubblica: «Sul sito internet del governo trovo quattro paginette generiche e non le linee guida della legge. Non c’e neanche una parola sul quadro di sistema e sui conflitti di interessi. E dal comunicato di Palazzo Chigi, quel che emerge e una Gasparri con il rafforzamento della mano dell’esecutivo » .
Matteo Renzi ha detto che se avesse voluto che il governo mettesse le mani sulla Rai, gli sarebbe bastato lasciar tutto cosi com’e . E che invece, ha voluto liberarla dalle pressioni dei partiti. Non crede sia cosi?
«Vedo le agenzie che dicono ‘via i partiti via i partiti’. Forse mi sono persa qualcosa: in Parlamento ci sono i partiti, il governo e espressione di un partito o di una coalizione. Non solo resta il controllo politico, ma si rafforza il ruolo del governo».
Ma la maggioranza del cda è eletta dal Parlamento . Non basta a bilanciare l’indicazione dell’ amministratore delegato, che — spiegano a Palazzo Chigi — non può che essere in carico all’azionista?
«Provi a immaginare: 7 membri, tra cui 2 dell’esecutivo e 4 di emanazione parlamentare. In questo quadro, alle opposizioni ne andranno al massimo due. Poi ci sara quello nominato dai dipendenti, che mi chiedo cosa possa fare in un consiglio formulato in questo modo».
Non lo considera un passo avanti?
«Chiunque abbia lavorato in Rai sarebbe d’accordo con me nel dire che la cosa piu sana che si potrebbe fare sarebbe attenuare il controllo politico, in modo che dipendenti e dirigenti non si trovino piu a essere penalizzati dal fatto che troppe persone entrano in Rai e fanno carriera grazie a sponsor o padrini politici».
La preoccupa il. legame tra ad con pieni poteri e governo?
«Si parla di un amministratore delegato nominato dal consiglio sentendo il Ministero dell’Economia, una sorta di fiduciario del governo. Dovremmo ricordarci che la Rai ha avuto gia in passato direttori gener ali che avevano rapporti molto stretti con il premier. Basta citare Agostino Sacca e Mauro Masi: quello dell’editto bulgaro e colui che telefonava in trasmissione a Santoro e che e poi riuscito a tappargli la bocca. Chiedo a tutti di fare un piccolo esercizio mentale: se questa proposta l’avesse proposta Berlusconi cosa avremmo detto? Non sarebbe stato meglio cercare di offrire garanzie tali da mettere in sicurezza la Rai rispetto alle interferenze della politica?».
Ma non bisognava mettere chi dirige la Rai in condizione di decidere davvero ?
«So bene che c’e un problema di governance farraginosa. Nel cda ho potuto vedere di persona la difficolta di gestire un ibrido, al tempo stesso societa soggetta al diritto pubblico e spa. Ma perche e passata l’idea che una governance efficiente debba per forza andare a braccetto con un piu forte controllo del governo? Perche nessuno parla piu del modello di governance della Bbc?».
Pensa che sia applicable?
«Bbc Trust e una fondazione che fa da filtro tra potere politico e servizio pubblico. Le persone che ne f anno parte — basta andare a vedere i curricola sul sito — hanno un profilo altissimo e non provengono dal mondo della politica. Questo modello il governo lo ha escluso. Matteo Renzi ha praticamente detto: o cosi o la Gasparri. Non mi sembra il massimo dell’ apertura. Ed e una clamorosa occasione persa. Una vera riforma avrebbe dovuto mettere dei filtri tra la politica e la Rai. E avrebbe dovuto indicare requisiti e incompatibilita. Proprio non capisco, sulla base di quanto dicono, come si possa passare dalla Rai dei partiti alia Rai dei professionisti. Non solo il cda resta di nomina politica, ma oltretutto c’e silenzio su come verranno nominati i dirigenti».
Servono criteri stringenti per la scelta dei consiglieri?
«Sono essenziali. Se metti dei requisiti precisi magari il Parlamento pud nominare persone con competenze elevate. Vale per qualsiasi posto di lavoro: perche un free lance chiamato da un’azienda deve passare attraverso colloqui di selezione e una persona chiamata ad amministrare la Rai no? Sarebbe interessante prevedere audizioni pubbliche. Invece, in questo ddl, manca qualsiasi riferimento all’introduzione di metodo e trasparenza nei criteri di nomina.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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