RIFORMA SENATO, SCATTA IL SOCCORSO AZZURRO A RENZI: 30 SENATORI DI FORZA ITALIA VOTANO CON IL GOVERNO
TRA LORO IL CAPOGRUPPO ROMANI E MARIA ROSARIA ROSSI
Il Senato ha ripreso a lavorare sul ddl Boschi e la maggioranza regge nonostante in alcuni casi abbia vacillato.
È successo nei primi voti segreti di giornata (sugli emendamenti all’articolo 12) quando il conto è sceso sotto quota 150, precisamente a 143 e 144, tra i risultati più bassi da quando si è cominciato ad esaminare il testo.
Un campanello d’allarme parzialmente rientrato con le successive chiamate che hanno portato all’ok degli articoli 12,13, e 14 con numeri più ampi.
CHE FA FORZA ITALIA?
Le opposizioni intanto continuano a protestare stamattina hanno anche scritto una lettera al presidente Mattarella.
Ma nel primo pomeriggio arriva una mossa a sorpresa: 30 senatori di Forza Italia hanno votato con la maggioranza esprimendo parere contrario all’emendamento all’articolo 17.
Voti che, seppur non determinanti per la tenuta della maggioranza stessa, pesano e forse aprono nuovi scenari.
Scorrendo i tabulati infatti, risultano 29 i senatori azzurri che hanno votato contro, tra cui il capogruppo Paolo Romani e la fedelissima del Cavaliere, Maria Rosaria Rossi. Un senatore di FI si è astenuto ma a Palazzo Madama l’astensione equivale a voto contrario, quindi in tutto i voti azzurri sono 30
LA TREGUA DELLA MINORANZA PD
Di fatto in mattinata la maggioranza è arrivata a soli 12 voti dal veder approvato un emendamento del M5S sull’articolo 12.
Ma il calo, in parte, è fisiologico. Ieri si era votato fino a tarda sera e quindi stamane in Aula non c’era il pienone e le assenze erano parecchie.
Nei successivi voti a scrutinio palese i numeri della maggioranza sono risaliti stabilmente sopra i 160 voti, sfiorando a volte anche i 170.
Resta dunque una differenza sensibile, fino a oltre venti unità , tra i voti segreti e quelli palesi. Intanto c’è una “tregua” della minoranza Pd.
Il senatore Miguel Gotor ha annunciato il ritiro degli «emendamenti miei e del senatore Chiti all’articolo 21 (sull’elezione del Presidente della Repubblica, ndr) e invito le opposizioni a non ripresentarli».
LE OPPOSIZIONI SCRIVONO A MATTARELLA
Mentre in Aula la maggioranza va avanti sul filo dei voti, le opposizioni (M5S, Sel, Forza Italia e Lega Nord) alzano il tiro contro la riforma costituzionale e scrivono una lettera al presidente della Repubblica Mattarella per ribadire la «mancanza di confronto» imposta da governo e maggioranza.
«Questa riforma nasce e si conclude tutta all’interno di un solo partito» e consegnando «a una singola lista un’ampia maggioranza in Parlamento» e delineando «un possibile deficit democratico».
Le opposizioni rilevano «inoltre il venir meno del ruolo di arbitro super partes del presidente del Senato». Infine, per le opposizioni, il Ddl è «non privo di errori materiali, incongruente nelle sue diverse parti e in aperta contraddizione» con i principi fondamentali richiamati dalla Consulta.
LE PREOCCUPAZIONI NEL GOVERNO
Ma quello che agita di più i piani alti del Pd è la tenuta della maggioranza per stare sopra quota 160 nell’interminabile tour de force di votazioni a oltranza: dove gli imprevisti sono sempre in agguato.
Tanto più che pure se «nei voti segreti un calo è fisiologico», dice il Pd Marcucci, i segnali di allarme non mancano: già ieri nel secondo voto segreto di giornata all’articolo 10 la maggioranza era scesa a 153 sì e la minoranza è salita a 131.
Prima dell’ok dell’aula con 165 sì, l’altro scrutinio segreto era finito 154 a 136, solo 18 voti di scarto.
Franchi tiratori messi in conto meno di una decina, nel mirino finiscono i dissidenti Pd: perchè l’emendamento per aumentare le competenze legislative del Senato era stato presentato da loro, poi ritirato e fatto proprio dai grillini.
E ci finiscono pure gli ortodossi Ncd: perchè fanno muro contro le unioni civili, definiscono «una provocazione inaccettabile» mandarle in aula nell’intervallo tra la riforma del Senato e la legge di stabilità .
(da “La Stampa“)
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