RIMESSO IN GIOCO DA RENZI, ORA BERLUSCONI ALZA IL PREZZO DEL SOCCORSO AZZURRO: “FORZA ITALIA TORNATA PROTAGONISTA”
SILVIO PREVEDE GROSSI PROBLEMI ECONOMICI IN AUTUNNO ED E’ PRONTO A AIUTARE IL GOVERNO MA NON A COSTO ZERO… E SI DICE CERTO DI POTER ESSERE CANDIDATO PREMIER
Eccola, la soddisfazione per i primi risultati del Patto: “Si è conclusa una stagione lunga e faticosa in cui Forza Italia è tornata ad essere protagonista”.
Con una lettera inviata ai senatori giovedì sera, per invitarli a votare convintamente le riforme, Silvio Berlusconi mette nero su bianco il “suo” risultato.
Rivendicando una ritrovata centralità politica. Risultato che si materializza qualche ora dopo sul “cartellone” del Senato, lo stesso che qualche mese illuminò la decadenza di Berlusconi.
Prontamente Giovanni Toti lo sottolinea in un tweet. Altrettanto prontamente il capogruppo Paolo Romani scandisce in Aula: “Questa riforma ha due firme, quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi. Senza la loro capacità di dialogo di condivisione, di senso delle istituzioni e di legittimazione reciproca non sarebbe stato possibile arrivare qui oggi: stiamo scrivendo una pagina storica della vita della Repubblica”.
È più di una golden share sulle riforme quella rivendicata da tutto lo stato maggiore di Forza Italia.
È una golden share nel rapporto politico con Renzi. Ed è proprio nell’ottica di aumentare il suo peso contrattuale che Berlusconi, sempre nella sua lettera, battezza una sorta di strategia del doppio forno.
Collaborativo sulle riforme. Mentre non lesina critiche in materia economica: “Il nostro movimento è diventato l’unica opposizione credibile a un governo che si è dimostrato fino qui incapace di tagliare le spese, di ridurre le tasse, di realizzare vere riforme strutturali in ambito economico. Gli ultimi del Pil sono i peggiori da 14 anni e confermano la grave recessione”.
Parole che non configurano affatto una inversione di rotta rispetto all’offerta di collaborazione avanzata al premier nel corso del faccia a faccia a palazzo Chigi, in nome di una linea dura alla Brunetta.
Ma che si prestano a fissare una posizione in vista della grande partita autunnale. Perchè Berlusconi è preoccupato davvero dalla situazione economica.
E nei colloqui privati con i manager delle sue aziende non esclude che a settembre sarà peggio con un aumento dello spread.
È una situazione in cui un eventuale “soccorso” azzurro deve innanzitutto essere chiesto — all’incontro del Nazareno era stato Renzi a parlare di un appello a collaborare alle opposizioni — e contrattato perchè non può non prevedere che l’agenda di governo sposi qualche cavallo di battaglia del centrodestra. Insomma, non può essere a costo zero.
Nell’attesa, il posizionamento critico ma non troppo aiuta anche a mediare all’interno di Forza Italia concedendo ai critici e ai dissidenti qualche parola che non sia d’amore verso Renzi.
C’è però una convinzione che emerge tra le righe dei trionfalismi di giornata.
Ed è legata alla durata della legislatura.
C’è un motivo se l’ex premier si dice convinto che sarà presto in campo e ritroverà “l’agibilità politica”, col pronunciamento della Corte europea di Strasburgo sulla Severino.
E c’è un motivo se Paolo Romani, a un certo punto del suo intervento evoca il voto, sia pur senza legarlo a una data: “Questo — dice Romani criticando lo stato dell’economia – è il risultato dei governi tecnici e non che si sono susseguiti negli ultimi tre anni: forse è meglio che gli italiani si salvino da soli scegliendosi il governo attraverso libere elezioni”.
La convinzione di Berlusconi, che in questo coincide con il “cerchio attorno al Magico” più che con Verdini, è che Renzi voglia andare a votare nella primavera del 2015. Prospettiva che non spaventa affatto l’ex premier, perchè l’obiettivo di un capo dello Stato “condiviso” con Renzi è più raggiungibile con un nuovo Parlamento che con questo.
(da “Huffingtonpost”)
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