RIPRENDERSI ROMA, ORA IL PD CI CREDE
RENZI VEDE GIACHETTI PER DELINEARE LE STRATEGIE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Le difficoltà dei 5 Stelle nel contenere l’onda d’urto del caso Pizzarotti a Parma, la spaccatura del centrodestra fra Giorgia Meloni e Alfio Marchini, la probabile uscita di scena dell’altro candidato progressista Stefano Fassina.
Tre scintille che stanno riaccendendo il Partito Democratico per la riconquista del Campidoglio, affidata al candidato Roberto Giachetti.
Anche Matteo Renzi ci crede e venerdì sera lo ha voluto incontrare per fare il punto della strategia elettorale.
Un incontro tenuto segreto, che è servito per condividere le mosse nelle ultime settimane prima del voto del 5 e 6 giugno.
5 e 6 giugno, una votazione in due giorni, per consentire una più cospicua affluenza alle urne, come verrà stabilito domani dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Angelino Alfano.
Proposta che, spiegano fonti del Nazareno, è stata accolta positivamente da Palazzo Chigi a ulteriore conferma del fatto che il premier non intende prendere sottogamba l’appuntamento con le elezioni amministrative, non le considera un passaggio doloroso da scavallare e accantonare nel più breve tempo possibile.
Vuole invece affrontare la sfida delle principali città chiamate a votare, pur considerando il referendum costituzionale di ottobre la principale battaglia politica dell’anno.
Roma viene considerato dal Pd uno spartiacque perchè lì si misura anche la contesa diretta con il Movimento 5 Stelle.
Fiducia dem a Roberto Giachetti, quindi, anche alla luce dei sondaggi più recenti che lo vedono in progresso.
Renzi lo ha voluto incontrare per un paio d’ore per fare il punto. Non è stato ancora definito, però, chiariscono le fonti dem, se il premier presenzierà a iniziative elettorali insieme al candidato sindaco del Pd prima del primo turno, oppure se si aspetterà la (eventuale) campagna per il ballottaggio per un suo coinvolgimento in prima persona.
Il messaggio politico consegnato a Giachetti è quello di spingere sull’acceleratore in una fase in cui Virginia Raggi potrebbe subire un contraccolpo dagli scossoni interni ai 5 Stelle, il centrodestra disperde i suoi voti fra i due candidati Alfio Marchini e Giorgia Maloni, e l’elettorato di Stefano Fassina potrebbe convergere verso il Pd. Vincere a Roma, dopo il caos di Ignazio Marino e il terremoto capitolino di Mafia Capitale, sarebbe un punto che vale doppio.
(da “Huffingtonpost”)
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