RIXI, IL CANDIDATO SINDACO LEGHISTA DI GENOVA “PENDOLARE E PORTABORSEâ€: PIAZZATO DAL PARTITO IN REGIONE LOMBARDIA A CHIAMATA DIRETTA A 38.000 EURO L’ANNO PER 5 ANNI
LA NOSTRA INCHIESTA RIDICOLIZZA BOSSI CHE AVEVA SOSTENUTO: “RIXI E’ UNO BRAVO: HA LAVORATO A LUNGO A MILANO E LI’ MICA TI ASSUMONO SE NON SEI CAPACE”… PECCATO CHE IL SENATUR SI FOSSE DIMENTICATO DI DIRE CHE ERA STATA PROPRIO LA LEGA A PIAZZARLO IN REGIONE CON CONTRATTO A TERMINE A 38.000 EURO L’ANNO, DAL 2005 AL 2009
Un esempio per i giovani genovesi costretti a cercare lavoro a Milano, uno che saprebbe certamente rappresentarli perchè conosce la difficoltà di trovare un lavoro senza raccomandazioni, un giovane disposto ad accettare anche un misero stipendio pur di non scendere a compromessi e di far valere le proprie qualità , altro che quei meridionali che vengono al nord a rubare il lavoro ai locali, avvalendosi della spintarella degli “amici degli amici”.
Appena il partito lo aveva candidato sindaco di Genova, Rixi aveva già così indicato chi avrebbe voluto rappresentare, perchè nessuno come lui identifica il “nuovo che avanza” nella politica ligure, nessuno come lui sa “cosa vuol dire fare il pendolare”.
E pazienza se aveva esordito sbagliando la data del suo pendolarismo: “Ho fatto il pendolare dal 1996 al 2002, dopo la laurea in Economia e Commercio, come tanti giovani che a Genova non hanno trovato lavoro”,
Di fronte alla nostra osservazione che ciò non sarebbe stato possibile visto che si è laureato nel 1999, in una seconda intervista Rixi ha riposizionato il suo pendolarismo dal 2005 al 2009: “Certo che son stato pendolare. E certo che ho lavorato come funzionario a contratto alla commissione bilancio della Regione Lombardia. Quanto guadagnavo? Sono pronto a esibire la mia dichiarazione dei redditi”.
Lasciamo pure da parte il fatto che, visto che Rixi è stato anche consigliere comunale a Genova fino al 2007, non si comprende come potesse avere per tre anni, dal 2005 al 2007, il dono dell’ubiquità (fare il consigliere comunale a Genova ti occupa almeno 2-3 giorni su 5).
Veniamo ai fatti provati e documentati, frutto delle nostre ricerche.
Rixi non era un funzionario a contratto della “regione Lombardia”, come da lui sostenuto, ma era stipendiato da “regione Lombardia – Consiglio regionale”: non a caso i due enti hanno due distinte partite Iva.
In Regione Lombardia si entra con regolare concorso e nessuno ti può più mandare via, mentre in “Regione Lombardia – Consiglio regionale” si entra su segnalazione dei partiti di riferimento, con un contratto pari alla durata della legislatura e con chiamata diretta.
In pratica è la prassi per cui ciascun partito e/o consigliere fa assumere i propri portaborse, alias collaboratori di fiducia.
Quindi Rixi è entrato su segnalazione del gruppo leghista alla Regione Lombardia e non per altri meriti oggettivi o per concorso.
E quando è scaduta la legislatura di 5 anni è cessato il suo contratto.
Visto che Rixi non risponde su quanto guadagnava, lo diciamo noi: giusto per avere un’idea, circa 33.000 euro nel 2007, circa 35.000 euro nel 2008, circa 38.000 nel 2009, circa 12.500 euro per quattro mesi nel 2010 (poi scadette il contratto).
Il coordinamento del gruppo di “portaborse” o collaboratori del Carroccio dal 2005 al 2009 era affidato all’assessore Davide Boni, attualmente inquisito.
Rixi allora era vicino a quello che è stato definito il “cerchio magico” e la segnalazione del suo nome, è cosa risaputa nei corridoi di via Bellerio, ha origine nelle sue frequentazioni e nelle sue amicizie personali.
Fa sorridere che Bossi, intervenuto a Genova alla presentazione della candidatura di Rixi, si sia reso ridicolo sostenendo che “Rixi è uno bravo, ha lavorato a lungo a Milano e lì mica ti assumono se non sei capace”, dimenticando come e tramite chi Rixi avesse ottenuto quel lavoro a chiamata diretta.
O forse Bossi pensava che Rixi avesse vinto un concorso letterario alla Mondadori o avesse superato una dura selezione per fare l’assistente alla Bocconi?
In fondo in un Paese che aveva un “presidente operaio” può anche starci un “sindaco portaborse”: purchè non nasconda la verità e non si ponga ad esempio per i giovani genovesi che un posto di lavoro lo vorrebbero trovare senza l’aiuto di quella Casta che solo a parole qualcuno dice di voler combattere.
A Genova, è risaputo, i giovani veri badano più al sodo che alle badanti.
Forse in padagna funziona diversamente.
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