RUBY IN CASSAZIONE, GHEDINI VERSO L’ASSENZA IN AULA
48 ORE FEBBRILI PER BERLUSCONI A CUI SERVE L’ASSOLUZIONE PIENA
Finisce, stasera a mezzanotte, una pena, quella per frode fiscale.
Comincia una nuova attesa, per martedì, in Cassazione, quando si attende il verdetto sul processo Ruby. Una nuova partita per cui però non è previsto pareggio.
Sono tre le opzioni sul tavolo: la Corte può confermare l’assoluzione in appello dell’unico imputato Silvio Berlusconi; può annullare con rinvio in appello entrambi i capi di imputazione (concussione e prostituzione minorile); può confermare l’assoluzione per una ma chiedere un nuovo processo per l’altra accusa.
Se restasse in piedi anche un solo pezzo del processo, per il Cavaliere equivarrebbe a una sconfitta.
Tornare in appello, rifare un processo nel merito dei fatti, potrebbe far entrare nel fascicolo delle prove tutto quello che in un modo o nell’altro sta prendendo sostanza tra Milano – dove è in corso l’inchiesta Ruby ter sulla corruzione dei testimoni – e Bari dove l’imputato Giampy Tarantini deve rendere conto di favoreggiamento della prostituzione a palazzo Grazioli e in Sardegna con molte delle ragazze che andavano anche ad Arcore.
La vittoria deve essere totale. Altrimenti è una sconfitta. Almeno nel medio periodo.
Silvio Berlusconi lo sa bene. Da venti giorni non pensa ad altro e non passa giorno che non incontri il fedelissimo avvocato Niccolò Ghedini per essere da una parte rassicurato. Dall’altra preparato.
In palio c’è la sopravvivenza politica che sembrava riconquistata negli ultimi mesi. Oppure una inevitabile marginalità .
Che nel pieno della trattative per le elezioni regionali vorrebbe dire far consegnare Forza Italia nella braccia di Salvini. Una resa politica in attesa di momenti migliori difficili però da immaginare.
Il processo all’imputato Berlusconi” è il ruolo n.4. della giornata di martedì.
La VI sezione non è – diciamo così – tra le “migliori” dal punto di vista dell’ex premier. La presiede Nicola Milo, relatore Orlando Villoni.
Si tratta di due ottimi giudici, autori di sentenza pregevoli, con grande esperienza nei reati contro la pubblica amministrazione, certamente hanno le idee chiare su concussione e induzione a dare o promettere utilità (i due reati su cui balla la prima imputazione di Berlusconi, la più grave).
Ma non c’è dubbio che siano due toghe storiche di Md, la corrente di sinistra della magistratura. Gli avvocati hanno già provveduto ad informarlo spiegando che si tratta “in ogni caso di giudici di ottima fama”.
Niccolò Ghedini, per la prima volta, potrebbe non essere in aula. Chi ha parlato con lui in questi giorni ne ha raccolto il dispiacere per il fatto di essere indagato nel processo Ruby ter (falso e corruzione in atti giudiziari) e l’intenzione di non essere in aula pur potendolo fare visto che si tratta di procedimenti diversi.
L’astensione sua e del collega Longo sarebbe da intendere come “un gesto di rispetto nei confronti della corte” che potrebbe invece leggere come una provocazione l’ipotesi contraria. Ruby e Ruby ter sono procedimenti diversi ma in futuro, se ci sarà un rinvio, potrebbero tornare connessi. “Sarà un processo semplice” dicono gli avvocati, “si apre e si chiude in giornata”.
Occorre qui sgomberare il campo da alcune letture che si sono fatte largo in queste settimane. L’inchiesta Ruby ter e il processo in corso a Bari sul giro di prostituzione organizzato da Gianpy Tarantini, spiegano i legali di Arcore, “non possono tecnicamente influenzare in alcun modo il giudizio sul processo Ruby: sono diverse ipotesi di reato e seppure esiste una continuità nei fatti, riguardano procedimenti diversi. Impermeabili l’uno con l’altro”.
Quello che può succedere, semmai, è un condizionamento di tipo psicologico sul collegio dei giudici.
Territorio, questo, si cui non è possibile fare previsioni. L’inchiesta Ruby ter riguarda 44 persone, tra cui Berlusconi, tutte indagate per falso e corruzione in atti giudiziari poichè il Cavaliere ha pagato e ha continuato a pagare fino a pochi mesi fa le ragazze che andavano ad Arcore nonostante avesse detto pubblicamente che avrebbe sospeso i pagamenti.
Fiumi di danaro e altre utilità . La procura di Milano si chiede perchè lo ha fatto. Quale è, se esiste, il segreto motivo di queste dazioni.
Il collegio dei giudici deve quindi fare i conti esclusivamente con le 332 pagine delle motivazioni della sentenza che confermano l’esistenza del “sistema prostituivo di Arcore” ma in Appello hanno assolto Berlusconi (condannato in primo grado a sette anni) dall’accusa di concussione perchè “il fatto non sussiste”.
E da quello di prostituzione minorile perchè “il fatto non costituisce reato”. In poche parole, mancano le prove di entrambe le accuse.
Si riparte da qui. Nelle 60 pagine di motivi della procura generale di Milano si chiede l’annullamento con rinvio, la condanna per entrare le imputazioni.
Anche perchè le motivazioni sembrano andare verso un verdetto opposto a quello a cui sono arrivate. I giudici scrivono che “Berlusconi aveva un personale, concreto interesse” ad ottenere che Ruby venisse affidata a Nicole Minetti e non collocata in comunità perchè “preoccupato del rischio di rivelazioni compromettenti” sulle serate ad Arcore.
Le telefonate hanno quindi avuto “effetto acceleratorio” perchè l’affidamento avvenisse prima dell’identificazione.
Ostuni, il capo di gabinetto della Questura, “ha mostrato la volontà di soddisfare al più presto il desiderio del Presidente del Consiglio” e le telefonate “hanno inciso sulla tempistica e sulla modalità di affidamento” e quindi risulta “provata sotto il profilo materiale l’efficacia causale dell’intervento di Berlusconi”.
A questo punto della lettura ti aspetti che la concussione (art.317 cp) o il suo reato minore (319 quater, induzione indebita a dare o promettere utilità ) siano la logica conseguenza di tali condotte. E invece no.
Il movente di Berlusconi, scrivono i giudici, è dimostrato ma i suoi metodi non sono stati “nè intensi nè persistenti”. Mai si trova “un accenno a minacce o coartazioni di sorta”.
Da parte di Ostuni c’è stato semmai “un eccesso di ossequio e di precipitazione”, ha eseguito per “timore reverenziale dovuto alla carica istituzionale dell’interlocutore”.
Del resto,i poliziotti non sono mai stati indagati dalla procura e non si sono neppure costituiti parte civile.
Non solo: i fatti accertati “si pongono al di fuori del perimetro di rilevanza penale tracciato dalla autorevole pronuncia delle Sezioni Unite sia con riferimento al reato di concussione che al reato di induzione indebita a dare o promettere utilità ”.
Una precisazione che serve a chiarire che la legge Severino (che nel 2012, a processo iniziato, ha diviso in due il reato di concussione) non ha influito su questo giudizio.
E che Berlusconi sarebbe stato assolto in ogni caso.
Per quello che riguarda la prostituzione minorile, è vero che “c’era un sistema prostituivo”, che “c’è stato sesso con Ruby”, ma l’imputato Berlusconi “non sapeva che la ragazza era minorenne”.
Anche la difesa ha presentato una memoria di circa 60 pagine.
“A mera confutazione dei motivi dell’accusa” spiegano i legali. “Su concussione e induzione – aggiungono – il timore è che i giudici della Cassazione giudichino non sufficientemente motivata la decisione dell’Appello. Ma noi ribadiremo che i dirigenti della questura, tanto Ostuni quanto la Iafrate, hanno escluso qualsiasi interesse privato nel dare seguito a quelle telefonate. Ricorderemo la testimonianza della dottoressa Iafrate che in aula disse come avesse deciso per la consegna di Ruby in piena autonomia”.
Anche sulla prostituzione minorile il rischio è che venga contestato “un mancato approfondimento”.
Soprattutto per quello che sta venendo fuori dal Ruby ter. Ma l’assoluzione di Emilio Fede su questo specifico punto, gioca a favore della difesa.
(da “Huffingtonpost“)
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