RUBY, UNA FRASE NEI VERBALI: “DISSI A BERLUSCONI CHE ERO MINORENNE”
CONFERMATI I PAGAMENTI DOPO LE FESTE….PUR CONOSCENDO L’ETA’ REALE DI RUBY, IL PREMIER LA INCLUDE RIPETUTAMENTE NELLE SUE “SERATE RILASSANTI
Se non ci si fa distrarre dalle “autoassoluzioni” che ieri il premier ha affidato al suo messaggio-video, questa storia tra Ruby e Silvio Berlusconi è meno pasticciata di quanto la si voglia raccontare.
Le questioni che bisogna accertare sono e restano tre.
Karima-Ruby, minorenne, si prostituisce?
Due: Karima-Ruby si è prostituita con il capo del governo?
Tre: il capo del governo era consapevole della minore età di Karima-Ruby?
Meglio non perdere di vista questa “tripletta”: sono le risposte a queste tre domande che possono mettere per sempre il premier in ginocchio.
E portarlo persino in galera, e senza scappatoie di legge: perchè anche ai “numeri uno” si deve applicare lo stesso giro di vite pensato per sbaragliare i papponi albanesi.
E invece come si difende Berlusconi dalle ricostruzioni via via più precise che emergono dalle indagini? Evita di affrontare il “cuore” del suo problema, la prende alla lontana.
Comincia negando di pagare le prostitute. Minimizza e si gratifica.
“Cerco di aiutare chi ha bisogno” e mai, assicura, “in cambio di qualcosa, se non della gratitudine, dell’amicizia e dell’affetto. È assurdo – si lamenta – soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna.. mai successa neanche una sola volta nella vita. .. una cosa che considererei degradante per la mia dignità “.
Questa è la versione di Berlusconi: purtroppo per lui appare, a chi ha letto
le carte giudiziarie, “irreale e spericolata”.
Le “notti del Drago” hanno ormai decine di testimoni.
Ci sono spogliarelli e sesso palese.
Ci sono, alla fine, le buste con il denaro per le ragazze.
Nel recente passato, la quarantenne barese Patrizia D’Addario è entrata a Palazzo Grazioli, è stata pagata mille euro per amoreggiare sul “lettone di Putin” e s’è portata dietro tanto di registratore.
E ha confermato, dopo le foto sarde di Villa Certosa, con docce e bagni e abbracci, l’incredibile vulnerabilità del premier.
Che è una questione pubblica, politica e istituzionale. Ma non è – non è mai – un reato penale.
Anzi, quanto a questo, aveva avuto ragione Niccolò Ghedini, definendo il Cavaliere un innocente “utilizzatore finale”.
Questa linea difensiva, per quanto accorata, è dunque superflua.
Anzi, appare a rischio di clamoroso autogol soprattutto quando Berlusconi regala lo scoop.
Racconta della sua nuova vita privata: ha, dice, una compagna. Notizia sorprendente.
È lo stesso uomo, a scandalo Ruby scoppiato, che aveva lanciato la sua tragica battuta sessista alla Fiera di Milano (“Meglio” il suo stile di vita, rideva, che “essere gay”).
Allora si era raccontato come un single che fa per impegno politico “degli sforzi massacranti” e, insomma, “nessuno mi può impedire di passare ogni tanto qualche serata distensiva”.
Anche Ruby, che lo conosce intimamente, ha detto a Repubblica-tv che Berlusconi è “un uomo solo e infelice”.
Invece no, contrordine forzisti: vive “uno stabile rapporto d’affetto con una persona. Non avrei mai voluto dirlo – racconta il premier – per non esporla mediaticamente”.
E quest’ipotetica signora, secondo Berlusconi, “era assai spesso con me anche in quelle serate”. Un alibi, dunque: “Certo non avrebbe consentito che accadessero a cena, o nei dopo cena, quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato”.
Berlusconi sta scommettendo. Scommette sul fatto che questa signora, di cui prima o poi dovrà fare il nome, sia stata presente nei suoi incontri finiti nelle pagine delle varie inchieste.
Presente quando la quarantenne D’Addario si spoglia a Palazzo Grazioli?
O con Nadia Macrì, invitata a Villa Certosa con altre ventenni?
Oppure alle feste raccontate in maniera vivida da Karima-Ruby ai pubblici ministeri nell’interrogatorio del 3 agosto?
E all'”imbarazzante” notte dello scorso 19 settembre scorso, quando la testimone – che abbiamo chiamato A. – credeva di conoscere un leader politico e si è trovata ad assistere a un festino con ragazze a seno nudo? C’era questa “compagna”?
La versione berlusconiana sembra a chi ha letto le carte, con le “prove evidenti”, fuori bersaglio.
Dev’essere nata in gran fretta dalla riunione fiume di sabato ad Arcore.
E ricalca – come un format televisivo – quanto già accaduto durante la “crisi di Casoria”, quando il premier impegnato sul fronte immondizia andò alla festa di una neo-diciottenne, Noemi, che era già stata sua ospite (senza genitori). E dalla quale veniva chiamato Papi.
Venne inventato – è la parola giusta – uno scenario credibile e utile a confondere le acque: a Noemi venne “dato” un fidanzato e una storia d’amore.
C’erano persino le foto sul lungomare, mostrate sul settimanale di famiglia Chi, poi si scoprì che il “figurante” maschile era stato, tanto per cambiare, pagato. Dunque, un inganno a mezzo stampa.
Questa volta, però, può riuscire la stessa sceneggiata?
A quanto videoascoltato ieri, Berlusconi non riesce a contrastare, con fatti accertati, gli accertati fatti raccolti dalla procura milanese.
D’altronde, una prova decisiva di questa sua difficoltà si avrà presto: forte dei “fatti suoi” e della nuova compagna testimone delle serate, Berlusconi affronterà i magistrati per dire che le loro sono frottole senza senso? Oppure no? Eviterà – come sempre – il confronto?
Lo vedremo presto, ma già sappiamo che nel dispositivo del sistema politico di Berlusconi, la menzogna ha un primato assoluto.
Può essere punitiva della “reputazione” di chi si para contro.
Può distruggere le verità note. Può creare una fantasia, sostituendo con la cartapesta la realtà oggettiva, e immaginare complotti e accanimenti.
Non ha salvato nessuno, questa menzogna “made in Arcore”: nemmeno la moglie separata Veronica Lario, che lo accusò – qualcuno lo ricorda? – di “frequentare minorenni”; che parlò anche del “ciarpame”; e delle “vergini che si offrono al drago”. Frasi che collimano con quanto emerge dall’inchiesta milanese.
Bisogna capirsi bene.
Sinora, cioè sino a prima di Karima-Ruby, la nebbia teatrale sollevata dal berlusconismo ha funzionato con il suo pubblico.
La scena però – e siamo arrivati alla tripletta fondamentale nell’inchiesta milanese – si è modificata.
E non può essere diversamente se chi si prostituisce è minorenne.
Ripetiamo, pagare le prostitute, disperate o allegre, italiane o straniere, non è reato.
Ma un uomo di 75 anni che “compra” i favori di una diciassettenne, in un paese civile, rischia grosso.
Il reato del quale viene accusato Berlusconi, a parte la concussione, è pesante: “Chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito – dice l’articolo 600 del codice penale – con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164”.
E a chi viene condannato per questi reati non viene concesso l’affidamento ai servizi sociali: cella, o arresti domiciliari, niente “benefici”.
C’è anche un’altra questione che Berlusconi sembra non capire, o non voler capire, chissà . Quelle sue serate com’erano?
Lui le descrive come festicciole familiari “senza nessuna, nessuna implicazione sessuale”, durante le quali “nessuno può essere rimasto turbato”.
Anzi “tutto si è sempre svolto all’insegna della più assoluta eleganza, del più assoluto decoro e tranquillità “.
Chi ha letto le carte dice ben altro.
Ipotizza che al presidente del consiglio possa essere contestato anche il pesantissimo terzo comma dell’articolo 600, che punisce “Chiunque, utilizzando minori degli anni diciotto, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico ovvero induce minori di anni diciotto a partecipare ad esibizioni pornografiche”.
Ecco quello che Berlusconi forse ha rimosso.
Che cos’è il bunga bunga? Ecco qua.
Uscito di scena Apicella la chitarra e i melodici canti composti da Berlusconi, congedati cortigiani e ospiti di rango, l’atmosfera si fa elettrica e disinibita. Perchè così pretende il Drago.
Ora tocca alle ragazze, che durante la cena sono stare soltanto un sorridente arredo, essere protagoniste. A volte raggiungono i camerini, dove trovano il costume di scena da indossare. (Ma quante sono gli addetti che preparano, curano e osservano questo teatro?).
Le ragazze si cambiano, ne escono abbigliate da porno infermiere, da poliziotte a seno nudo.
Da questa prospettiva l’immaginario erotico di Berlusconi ricorda un altro format: quello della sua tv anni Ottanta.
Siamo nella riproduzione di un Drive In ad alto tasso pornografico.
Non c’è il pubblico, c’è un solo spettatore che è anche l’unico attore principale, per il cui diletto va in scena l’esibizione.
E chi si esibisce ci deve dare dentro davvero, perchè il compenso può salire. Una notte di sesso con il presidente viene ben ricompensata (per “affetto”?). Ma una stagione come favorita del Drago può rendere ben di più.
Il rito, raccontato a Berlusconi da Muhamar Gheddafi, è un agone infernale: le donne danzano, una gara tra di loro, mimano scene di sesso e lo si deve fare con una maliziosità sufficiente ad attrarre l’attenzione dell’ospite generoso.
È a una sera di queste che partecipa Ruby-Karima.
Lo racconta lei stessa ai pubblici ministeri: ed è lei che serve a Berlusconi un “sanbitter”. Poco dopo, lo stesso Berlusconi le darà succinti abiti bianchi.
E chi fa esibire un minore in un simile contesto rischia, stando al codice, “la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 25.822 a euro 258.228”.
Proviamo ad anticipare qualche altro frammento del quadro probatorio.
Chi ha letto le carte sostiene che intorno alle tre questioni (Ruby prostituta? Sesso tra Ruby e il presidente? Berlusconi consapevole?) le prove “sono schiaccianti”.
L’indagine deve dimostrare che Karima-Ruby formalmente senza fissa dimora, senza fonti di reddito, ricavava il denaro per la sua vita dispendiosa – sventola spesso banconote da 500 euro – dalla prostituzione.
Gli investigatori si sono mossi nel modo più lineare. Non concentrandosi solo nel periodo febbraio-maggio 2010, cioè quei mesi folli in cui Ruby frequenta Berlusconi e Berlusconi “s’incapriccia” di Ruby. Ma cercando di mettere in luce la vita della minorenne marocchina prima di febbraio 2010 e dopo maggio 2010. Come viveva Ruby?
Occorre chiederlo a chi la conosceva.
Per esempio, un facoltoso uomo d’affari della Val Camonica che spesso ha frequentato la casa dove la minorenne venuta dal Marocco viveva.
E c’è davvero una messe imbarazzante di testimonianze che riferiscono di come Ruby, anche nelle comunità dov’è stata accolta, non facesse mistero, anzi scherzasse un po’, in modo caricaturale, sulla sua sapienza amatoria.
Questo il primo punto fermo, necessario ma non ancora sufficiente.
Bisogna verificare il resto.
Nel verbale del 3 agosto, raccolto dai procuratori di Milano, Ruby parla di sesso, ma si esclude dalla scena. Omette di raccontare tutto? Le indagini hanno accertato attraverso i tabulati telefonici varie date sulla sua frequentazione della villa di Arcore. In tutte queste occasioni, Ruby resta a dormire.
E come ormai si sa, ammette con le sue amiche, in varie telefonate, di aver fatto sesso con il presidente.
E chi ha letto le carte sostiene che fin dal secondo incontro Berlusconi è stato consapevole che Ruby fosse minorenne.
“Gli ho detto che ero minorenne”: è la frase che scolpisce addirittura temporalmente la responsabilità del cavaliere.
Perchè è da quel momento, da quell’incontro che Berlusconi pur sapendo l’età effettiva di Ruby, non la esclude dalle sue ospiti, ma al contrario la include ripetutamente nelle “serate rilassanti e anche in qualcuna con ospiti di riguardo.
C’è la terza questione da provare. È stata retribuita?
Ora, si sa dei settemila euro ricevuti il giorno di San Valentino.
Poi (Repubblica ne ha parlato l’anno scorso) altri settemila euro sono stati ricevuti da Ruby a Milano due, da Giuseppe Spinelli, ufficiale pagatore di Berlusconi e ragionieri delle ragazze del bunga bunga. E c’è un altro indizio.
Primo maggio 2010. Teatro un luogo che in questa pasticciata storia è essenziale: corso Buenos Aires. Qui Ruby viene fermata dalla polizia per furto e finirà in questura, dove diventerà la nipote di Mubarak grazie alla telefonata del premier. Nello stesso luogo viene rapinata da un romeno. Le porta via settemila euro. Intervengono i carabinieri, arrestano il bandito e restituiscono a Ruby la gran parte del bottino, oltre 5mila euro. Il romeno è riuscito, nel frattempo, a farne sparire una parte.
Domanda: quella sera in cui girava con i settemila euro addosso, dove ha dormito la minorenne? Berlusconi ricorda che s’è fermata ad Arcore per una serata rilassante o l’ha dimenticato, distratto dalla nuova compagna? Comunque la si pensi, per Berlusconi dev’essere stato uno shock leggere quello che le ragazze dicono di lui. Chissà che cosa credeva di rappresentare. E chissà come teme il giudizio delle persone care, e degli elettori.
Ma più di tanto non può correre ai ripari: “Com’è noto a tutti, accade spesso che quando si parla al telefono”, di esagerare dice.
E allora “certe frasi, pronunciate in tono magari scherzoso, sono completamente diverse quando vengono lette sulla stampa nelle trascrizioni. E poi molto spesso nelle conversazioni private, tra amici, ci si vanta magari per gioco di cose mai accadute o si danno giudizi superficiali per amore della battuta”.
Sì, meglio per lui pensare che siano solo battute. Meglio per un premier.
E anche per un uomo di quell’età , già nonno.
Ma Berlusconi dovrebbe pure rendersi conto che non è su “Scherzi a parte”.
Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo
(da “La Repubblica“)
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