SALERNO-REGGIO CALABRIA: LA TERMINERANNO MAI? ANCORA 13 KM DI CANTIERI APERTI E 58 KM NON FINANZIATI
330 KM NUOVI SONO POCHI I SONO TANTI? CORRADO PASSERA HA SALVATO LA FACCIA?
Parola alla difesa. In tanti si erano esposti per la chiusura dei cantieri dell’autostrada A3, la famigerata Salerno -Reggio Calabria, entro la fine del 2013.
“Ci metto la faccia” aveva detto l’allora ministro Corrado Passera, mostrando fin troppo ottimismo.
Nei brindisi di Capodanno, infatti, non ha trovato spazio il completamento dell’asse autostradale che collega il sud Italia.
Si è già brindato invece ai 50 anni dall’avvio dell’opera. Parola alla difesa, quindi. Parola al presidente di Anas, Pietro Ciucci, che difende il “lavoro straordinario” compiuto negli ultimi anni e respinge come “ingiuste” le critiche che gli piovono addosso.
“Abbiamo fatto quasi i miracoli. È estremamente complesso lavorare lì, mantenendo il traffico stradale. È un’opera straordinaria, sicuramente la più difficile opera stradale della storia d’Italia” afferma il manager, dal 2006 alla guida dell’Anas.
Presidente Ciucci, gli impegni non sono stati mantenuti. Quando riuscirete a chiudere tutti i cantieri?
“Bisogna chiarire l’impegno che avevo preso io in prima persona e, insieme a me, i ministri che si sono succeduti negli anni, da Matteoli a Passera fino a Lupi: avevamo detto che avremmo completato i lavori in corso entro la fine del 2013, è evidente che non potevamo dire che avremmo completato l’intera opera, perchè ci sono ancora 58 km per cui servono oltre 3 miliardi di euro non ancora finanziati. L’impegno era di consegnare in esercizio 343 km nuovi di autostrada entro la fine del 2013, ne abbiamo realizzati 330 km con uno sforzo incredibile, se si pensa che negli ultimi due anni sono stati completati 85 km di strada nuova, di cui 60 km aperti nel 2013. Restano 13 km da concludere e contiamo entro giugno di completarli”.
Quali tratte mancano? E per quali motivi non sono state completate nei tempi?
“Parliamo del tratto Mileto-Candidoni, di quello di Lamezia Terme e di parte della galleria Fossino fra Basilicata e Calabria. Sono 13 Km che hanno subito qualche ritardo, per problemi in gran parte legati alla crisi di alcune aziende che lavorano in quei cantieri”.
Sono tutti tratti di autostrada calabresi. È anche per questo che sia il Pd che la Cgil in Calabria pretendono le sue scuse e chiedono le sue dimissioni.
“Il mio incarico è sempre a disposizione del Governo, ma non mi piace il modo. Si può sempre far meglio, ma davanti a un ritmo di investimenti di 800-900 milioni annui negli ultimi anni essere accusati come società di dire bugie non mi piace. Si può discutere, si può criticare, ma ci sono risultati evidenti di non cui non si può non tenere conto. Io ho volutamente fissato obiettivi difficilissimi da raggiungere e li abbiamo quasi raggiunti. Non si può parlare oggi della Salerno – Reggio Calabria con gli stessi toni di 5-6 anni fa, quando era ancora tutto da fare”.
Avete fissato con il Governo un programma con una tempistica sul completamento di tutti e 443 i km della Salerno — Reggio Calabria? In altre parole, vedremo mai l’opera finita?
“Non c’è una tempistica, esiste però l’impegno a destinare risorse nei tempi più rapidi. Ma voglio ricordare che l’autostrada esiste e fornisce già oggi un servizio non scarso. Ora la Legge di Stabilità stanzia 340 milioni di euro con cui possiamo realizzare la gara per il primo dei 5 tratti che mancano, un lotto di 6 Km particolarmente complesso. Spero di pubblicare il bando entro giugno. Il progetto per i 58 km rimanenti c’è già , ma dobbiamo fare i conti con la finanza pubblica”.
Anas non è nell’elenco delle società che il Governo intende privatizzare, ma Lei ha più volte detto che la Borsa è un obiettivo possibile nel medio termine.
“Quando ero all’IRI ho fatto tantissime privatizzazioni. C’è una prima fase formale, in cui la società deve operare pienamente come azienda privata; su questo abbiamo bisogno di qualche completamento normativo, perchè ancora esiste su alcuni aspetti la doppia anima pubblico-privata. Fatto questo, c’è una seconda fase di apertura del capitale, che io credo passi prima attraverso il coinvolgimento di investitori istituzionali e solo dopo dalla Borsa”.
Quali previsioni avete per i conti finanziari di Anas nel 2014?
“Chiuderemo in utile, come negli ultimi 5-6 anni. Siamo passati da una perdita di 400-500 milioni nel 2005 fino alla chiusura in utile, in una fase in cui la massimizzazione degli utili non è il nostro obiettivo prioritario. Ha però un significato importante di efficienza aziendale”.
Lei è rimasto il più convinto sostenitore del Ponte sullo Stretto di Messina. Si è messo l’anima in pace?
“Ho sempre creduto che il Ponte sia una grande opera e una grande occasione, non solo per Calabria e Sicilia, ma per tutto il Paese. Ne sono convinto, ma l’alternanza delle decisioni governative ha portato a non utilizzare le risorse in modo ottimale e quando ci sono poche risorse, non si possono sprecare. Si è deciso poi di chiudere questa esperienza e ne prendo atto. Avevo cercato fonti alternative di finanziamento, sono stato anche deriso quando parlavo di cinesi, salvo poi vedere che in Turchia hanno finanziato opere con i soldi della Bei e della Cina, ma potrei tirar fuori le carte per dimostrare che c’era l’interesse di questi investitori”.
Ci sono rischi per Anas derivanti dallo stop al progetto del Ponte?
“Non abbiamo previsto alcuna perdita potenziale in bilancio. La liquidazione del progetto è stata decisa per legge, non per inadempimento della Stretto di Messina Spa, controllata di Anas. Eventuali penali certamente non sarebbero quindi a carico nostro”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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