SALLUSTI: “RENZI HA ESPRESSO SOLIDARIETA’ A SILVIO”, MA IL SINDACO SMENTISCE
BERLUSCONI CERCA LA SPONDA MATTEO: “CHE FAI SE MI CONDANNANO?”
“Noi sul Giornale scriviamo che Renzi ha fatto sapere anche al presidente Berlusconi la sua solidarietà . E lui non ci smentirà ”.
Mezzanotte e un quarto, studio di Porta a Porta. Alessandro Sallusti con una grammatica dubbia e una prosa circospetta butta lì “la notizia”.
Bruno Vespa si eccita. “Gli ha telefonato? Gli ha mandato un biglietto? Un sms? Una mail? Un piccione viaggiatore?”.
Sallusti continua. Tono sommesso. “Questo non lo so. Gli ha fatto sapere che sarebbe contento per un’assoluzione. E non solo per interesse personale , visto che è ovvio che una condanna di Berlusconi farebbe precipitare la situazione nel Pd”.
Vespa fa notare la contraddizione nel ragionamento: “E quindi Renzi, secondo discorsi grossolani, avrebbe tutto da guadagnare”.
Si inserisce Riccardo Barenghi che discetta sull’enorme problema che si aprirebbe tra i Democratici.
Paola De Micheli, ultrà lettiana, che fino a quel momento era stata più che presente nel dibattito, inquadrata sbatte gli occhi. Sonno? O concentrazione?
Vespa non molla l’osso. La tira in ballo. È “singolarmente silenziosa”.
Come la vede lei questa storia che “fa la seconda con la visita ad Arcore” di Matteo? Ed eccola lì la reazione verace.
La De Micheli salta sulla sedia. Comincia a parlare a macchinetta. “Il Sindaco di Firenze telefona a chi vuole e dice quello che vuole”.
Tono acido, stizzito. “Ovviamente penso che avrà conseguentemente dei comportamenti politici adeguati”.
Formulazione ambigua. Che significa?
Le chiedono: e quindi sosterrà il governo? “Beh non lo so. Non so neanche in che rapporti siano i due”.
Tradotto: Renzi è capace di tutto. Ma soprattutto il volto di punta dei lettiani in questi giorni non sa come metterla: difendere la presunta solidarietà , in virtù di eventuali ricadute positive sul governo? Scivoloso, molto scivoloso.
O dire che non si telefona a Berlusconi?
Il giorno dopo un renziano commenterà : “Lei ci odia. Non le pareva vero avallare la tesi che Matteo avesse cercato Silvio”.
Nel frattempo, Twitter si scatena.
Il primo è nomfup, alias il giornalista d’Europa Filippo Sensi: “@matteorenzi mi sa che devi interrompere il silenzio , il tempo di un tweet”.
Risponde il portavoce di Renzi, Marco Agnoletti: “Smentiamo domattina. Ma ovviamente non è vero”.
I tweet di richiesta di spiegazione però si sprecano. E allora Agnoletti su Tweet rimanda a una smentita Fb: “Nessuna solidarietà di @matteorenzi a Silvio Berlusconi. La smentita ufficiale al Giornale” .
La stessa che le agenzie riprendono di prima mattina: “Renzi non ha mai espresso solidarietà a Berlusconi nè direttamente nè indirettamente. I processi e le sentenze si rispettano e non si commentano”.
E poi: “Il tentativo del direttore Sallusti di dipingere Renzi prima come pugnalatore a tradimento del governo e ora come solidale con B. merita tutto l’apprezzamento degli appassionati di fiction, ma è decisamente fuori dalla realtà ”.
Il catenaccio di prima del Giornale: “Renzi tifa per l’assoluzione. Non si fa politica coi processi”.
A Montecitorio di Renzi Maria Elena Boschi commenta: “Non è vero che Matteo ha dato la sua solidarietà . Ma l’ha sempre detto che voleva battere Berlusconi per via politica, non giudiziaria”.
E poi arriva la versione dell’entourage di Renzi.
Qualcuno del circolo stretto di Berlusconi (Gianni Letta?) l’altroieri avrebbe “sondato” Renzi,dicendogli più o meno così: “Ma se Silvio viene condannato, tu fai cadere il governo?”.
E lui: “Ho sempre detto, e l’ho detto da subito che voglio battere Berlusconi sul piano politico. E continuo a dirlo”.
Ma se Sallusti ci tiene a cavalcare la presunta disponibilità , i lettiani sono su ben altre posizioni. E la reazione della De Micheli docet.
Raccontano i renziani: “È stata una reazione acida classica della ragazza. I lettiani ci odiano, non si fidano di noi”. Aggiungono qualche cenno biografico: la “ragazza” è stata assessore a Piacenza con Roberto Reggi sindaco. Il quale la presentò a Letta per una candidatura nel 2008. Poi Reggi è diventato il coordinatore della campagna per le primarie del sindaco di Firenze. Quello che ha fatto il lavoro sporco (tanto da restar fuori dalle liste). Lei nel frattempo è diventata prima “l’amazzone” di Bersani, poi quella di Letta. Che ha presenziato al suo matrimonio qualche settimana fa.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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