SALPA LE VELE “AZIONE NAZIONALE”: “SI RIPARTE DAI TERRITORI, NO AL LEADERISMO”
IL NUOVO MOVIMENTO ANNUNCIA AUTONOMIA DAL CENTRODESTRA, DEMOCRAZIA DIRETTA, CONSULTAZIONE DELLA BASE, LISTE CIVICHE E PRIMARIE… NESSUN LEADER (QUELLI VERI RESTANO DIETRO LE QUINTE)
Al teatro Quirino è andato in onda oggi il lancio ufficiale di Azione Nazionale, nata dalla mozione dei “Quarantenni”, presentata all’ultima assemblea dei soci della Fondazione An.
Inno di Mameli e Marsigliese hanno aperto la manifestazione, poi gli interventi di Mario Ciampi (già segretario generale della Fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini) e di Marco Cerreto (portavoce di Prima l’Italia, movimento vicino a Gianni Alemanno) del consiglio direttivo del movimento.
Hanno portato il loro saluto anche esponenti di Forza Italia, la fittiana Cinzia Bonfrisco e l’onnipresente Francesco Storace.
«Abbiamo invitato anche Giorgia Meloni, continuiamo ad essere aperti ad un progetto comune» con Fdi, spiega l’ex sindaco Gianni Alemanno, che assicura come, con Azione Nazionale «presentiamo una nuova classe dirigente, che parte dalla base e dal territorio».
Sui contenuti si sono sentiti discorsi in verità molto diversi, le posizioni della destra italiana sono notoriamente variegate e tali si ha l’impressione rimarranno.
Una novità sembra invece quella metodologica: in Azione nazionale non ci saranno leader (qualche maligno sostiene perchè già ci sono dietro le quinte) ma solo portavoci in carica per tre mesi, ogni circolo territoriale avrà la massima autonomia gestionale, nella aggregazione e presentazione locale delle liste.
Ogni decisione sarà sottoposta al voto degli iscritti via internet, una formula mutuata dai Cinquestelle: sicuramente una novità a destra, questa almeno l’intenzione annunciata, tutta da verificare.
Rispetto alla destra corrente è stata rimarcato finalmente la distinzione tra terrorismo e mondo musulmano, ma è apparsa anche la solita retorica dell’interventismo bellico senza un progetto futuro e la mancanza di analisi profonda del fenomeno, risolvibile per taluni con mere misure “di sicurezza”.
Sicuramente una novità positiva la battaglia contro il Ttip sul “libero commercio” e le «trattative segrete Usa-Ue, in difesa del Made in Italy e dei diritti dei lavoratori»
Come il richiamo di Urzi’ al “senso dello Stato”, priorità della destra, e quello di Santoro che ricorda che “la Lega non rappresenta la nostra destra”.
Per la prima volta si è sentito dichiarare che il Jobs Act è un bidone e non rappresenta la soluzione ai problemi del lavoro, ma è sola la istituzionalizzazione del precariato dopato dai contributi statali (cosa che, da soli, per troppi mesi abbiamo documentato nel nostro blog).
Ne prendiamo atto con piacere.
Al di là di certa retorica patriottica un po’ datata e del solito richiamo al quoziente familiare che tutti citano ma che nessuno ha mai tradotto in legge quando governava, segnaliamo una mancanza un po’ grave in questa prima uscita di Azione nazionale: fare della “Legalità ” un punto fermo e prioritario della battaglia politica.
Nessun accenno alla lotta alla criminalità organizzata, alla mafia, alla corruzione e all’evasione fiscale.
Resta poi il nodo dei rapporti con il centrodestra: il concetto “alleabili ma non malleabili” è uno slogan simpatico ma non chiarisce il percorso futuro.
Una “nuova destra” dovrebbe avere il coraggio di “marciare da sola” e differenziarsi dall’esistente: non può “nascere una destra nuova” per poi riproporsi a fianco di chi l’ha distrutta.
In conclusione abbiamo notato luci e ombre nel neonato movimento, ma abituati come siamo a rilevare solo il buio profondo, politico e culturale, dell’attuale centrodestra italiano, è già qualcosa.
Sperando che non si perda per strada.
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