SALUTI ROMANI E SVASTICHE NEI LICEI ROMANI, IL PENSIERO DELLO STORICO FILIPPI
“CERTI EVENTI SONO PASSATI ATTRAVERSO UNA NORMALIZZAZIONE, CERTO NON AIUTA CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO ABBIA BUSTI DEL DUCE A CASA”
“Stiamo vivendo un momento di rielaborazione della storia, c’è una generazione che si sente sopravvissuta e oggi si gusta la rivincita, e chi in un clima del genere vive come liberatorio il gesto del saluto romano. Determinati scenari sono passati attraverso una normalizzazione e per evitare un simile fenomeno non aiuta, ad esempio, che la seconda carica dello Stato abbia busti di Mussolini a casa”.
Storico e formatore, autore di bestseller come Mussolini ha fatto anche cose buone e Ma perché siamo ancora fascisti, Francesco Filippi ha le idee chiare sulla causa dell’onda sulle cause di episodi come quello dei 13 ex studenti dell’istituto De Merode che si sono fotografati con il braccio teso sulla scalinata della scuola e quelli di Azione Studentesca che hanno dato l’assalto al liceo Cavour occupato. Nel mezzo, lo sfregio alla panchina dedicata a David Sassoli, riempita di svastiche e croci celtiche.
Tra i giovani romani si susseguono rigurgiti fascisti. Cosa sta accadendo?
“È stato sempre diffuso un certo estremismo nelle componenti studentesche in particolari città come Roma, ma qualcosa di sicuro è cambiato negli ultimi tempi e per una serie di fattori”.
Quali?
“C’è una rinnovata attenzione al tema dell’estremismo di destra, dovuta al cambiamento negli ultimi anni nella politica europea e italiana in particolare. Per quanto riguarda il fascismo ci sono atti sempre più estremi che finiscono sotto una lente che definirei a dir poco sminuente. Il fascismo fa notizia perché non fa più notizia. E poi c’è meno timore di esprimere pubblicamente idee estremiste”.
Perché, come ha scritto lei nel suo saggio, siamo ancora fascisti e perché lo sono i giovani?
“Perché i giovani d’oggi hanno scarsissime possibilità di sperare nel futuro. Lo dice l’Istat: dovranno studiare di più, faticare di più, allontanarsi di più da casa, per avere meno dei loro genitori. Se le cose non cambiano l’interesse per quel tipo di racconto pubblico, che nulla ha a che fare con la storia, ma che è ancora presente nella memoria degli italiani, sognato come grande e solido, vince a confronto con il futuro”.
Una reazione alle difficoltà opposta a quella avuta dai giovani nel secolo scorso.
“È anche abbastanza umano cercare un luogo in cui riporre i propri sogni. Il fascismo parla di protezione mentre c’è paura, di chiarezza data dagli ordini del capo mentre la democrazia mostra tutte le difficoltà a gestire i problemi, crea identità in un momento che c’è bisogno di sapere chi siamo, mentre la sinistra probabilmente non si è più ripresa dopo la fine del comunismo sovietico”.
Andando sui luoghi comuni, colpa dunque dei comunisti col Rolex?
“Sicuramente la sinistra italiana ed europea sta pagando l’incapacità di riraccontarsi dopo aver perso un certo tipo di racconto egemonico culturale nei confronti di quelli che una volta erano proletari. Oggi un’enorme fetta della società ha paura di scivolare nella povertà e la sinistra non sta dando risposte”.
Che fare?
“Va sgomberato il campo da bufale in piedi da un secolo. Registro comunque il fatto che non tutto è perduto. Ci sono ragazzi che si impegnano. Il fascismo è stato sconfitto dalla storia, dalla realtà e dall’umanità”.
(da la Repubblica)
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