SALVINI: “I 50 MILIONI DELLA TRUFFA SUI RIMBORSI? CE LI SIAMO SPESI”
NON SPIEGA COME E DA CHI… E NON CHIARISCE PERCHE’, ESSENDO OGGETTO DI REATO, SIANO STATI SPESI INVECE CHE ESSERE RESTITUITI ALLO STATO
“I soldi che dicono che abbiamo sottratto? Non ci sono quei 50 milioni, Repubblica sta cercando quei soldi in Svizzera, in Lussemburgo… Fate inchieste su cose vere, non perdete il vostro tempo”.
Risponde così, Matteo Salvini, ministro dell’Interno, vicepremier e segretario del Carroccio, ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital.
A Massimo Giannini che gli chiede dove siano finiti quei soldi che la magistratura di Genova sta cercando (per tentare di restituirli allo Stato), il leader leghista risponde con un “quei soldi non ci sono, sono stati spesi in dieci anni”, lasciando aperto il caso.
Come sono stati spesi?
E, soprattutto, visto che dagli atti del processo di Genova risulta che quell’ammontare era nelle casse della Lega quando Umberto Bossi fu scalzato e sostituito da Roberto Maroni e poi da Salvini: perchè quei soldi che erano frutto di una truffa ai danni dello Stato sono stati spesi e non restituiti all’Erario?
Perchè Salvini non si è costituito parte civile nel processo che è stato fatto contro il Senatur?
Tutti interrogativi a cui il vicepremer leghista non ha mai risposto
In aprile la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Genova, che ha chiesto di poter sequestrare i soldi che arriveranno in futuro sui conti della Lega Nord. Quei soldi che il partito, secondo i magistrati genovesi, deve restituire dopo la condanna di Umberto Bossi e Francesco Belsito per la maxi truffa sui rimborsi elettorali dal 2008 al 2010.
È dello scorso luglio la sentenza che ha portato alle condanne di Bossi a 2 anni e due mesi e dell’ex tesoriere Belsito a 4 anni e dieci mesi, oltre a quelle di altri cinque imputati: i tre ex revisori contabili del partito Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (rispettivamente condannati a due anni e otto mesi, due anni e otto mesi e un anno e nove mesi) e i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet (cinque anni ciascuno).
Nei giorni scorsi era stato lo scrittore Roberto Saviano a chiedere pubblicamente a Salvini conto della fine di quei soldi. Il tema della restituzione dei rimborsi falsi della Lega è stato cavalcato per anni anche dal Movimento 5 Stelle, che ne chiedeva conto per bocca del capo politico Luigi Di Maio in una conferenza stampa ancora pochi mesi fa.
“La Lega Nord – tuonava Luigi Di Maio prima delle elezioni – che parlava di ‘Roma ladrona’ deve decine di miloni di euro ai cittadini italiani e urla al complotto: abbiano almeno la decenza di restituire i soldi prima di urlare al complotto”.
Ora che M5S e Lega sono alleati nel governo, la richiesta a Salvini di riconsegnare i soldi allo Stato, da parte edl M5s, è passata in secondo piano.
(da agenzie)
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