SALVINI NON AVEVA TITOLO PER SALIRE SUL PONTE DI GENOVA E ALLESTIRE IL SET DELLA SUA SQUALLIDA PROPAGANDA
DAI PARENTI DELLE VITTIME RABBIA E SBIGOTTIMENTO… I RESPONSABILI HANNO UN NOME: TOTI E BUCCI
È stata la struttura commissariale guidata dal sindaco di Genova Marco Bucci a permettere a Matteo Salvini la passerella con figuraccia sui pannelli “di metano” sul ponte di Genova. Repubblica oggi spiega com’è andata la visita del Capitano e come è arrivato alla passeggiata:
Atteso in mattinata all’ingresso del cantiere del ponte a cui verrà dato un doppio nome (“Per Genova” e “San Giorgio”), Salvini non resiste alla tentazione di dare un’occhiata da lassù, dove ancora nessuno è arrivato, a eccezione di chi ha realizzato l’opera, dei rappresentanti delle istituzioni e di Pietro Salini, ad di WeBuild che ha costruito il ponte in consorzio con Fincantieri Infrastructure e ha appena terminato il primo transito in auto. Il leader della Lega arriva subito dopo, anche se non ha alcun ruolo istituzionale che possa prevedere una simile autorizzazione, fin qui negata ai “non addetti ai lavori” per una comprensibile esigenza di tutela della sicurezza.
La richiesta, prontamente esaudita dai responsabili della struttura commissariale, arriva appena sceso davanti alla sbarra del cantiere. «Si può?» chiede. «Certo» rispondono. Giusto il tempo di concludere la conferenza stampa («Mi piacerebbe un gemellaggio fra Genova e Reggio Calabria, qui il ponte l’hanno fatto, là lo devono fare») che si parte per il fuori programma.
La macchina si dirige verso l’autostrada e imbocca la galleria che conduce al viadotto, ovviamente sbarrata a chi non è autorizzato. L’auto con Salvini a bordo la percorre fino ad arrivare sul viadotto, con la soletta armata appena asciugata e in attesa delle gettata d’asfalto.
Il leader della Lega scende e fa qualche passo, prima di riprendersi per un commento di poco meno di un minuto. Non appena il video è su Facebook scattano le reazioni.
Ma come si può fare una cosa simile? A che titolo è salito su quel ponte?
Dai parenti delle vittime del Morandi filtrano sbigottimento e rabbia, nella speranza che l’inaugurazione ufficiale sia all’insegna della sobrietà .
Per ora l’unica certezza è che, 680 giorni dopo il crollo, il viadotto resta chiuso. Tranne che per le passerelle dei politici, anzi di tre soli politici: Salvini, Toti e Bucci.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply