SALVINI PATETICO: ORA INVITA A PROTESTARE SULLA PAGINA SOCIAL DI DI MAIO PER LA CHIUSURA DEL FORNO LEGHISTA
E DOPO LO SPAM SULLA PAGINA DEL GRILLINO MINACCIA LA MANIFESTAZIONE DEL “MARCIO SU ROMA”
Non una marcia, ma una passeggiata. Matteo Salvini contro l’esecutivo M5S-PD, che il mandato di Roberto Fico dovrebbe esplorare, annuncia una manifestazione di piazza da Udine, dove è in campagna elettorale per il voto in Friuli Venezia Giulia.
«Faremo una bella passeggiata a Roma, e credo che saremo in tantissimi». Perchè «noi faremo di tutto per evitare all’Italia un governo dell’estrema sinistra».
Poi ci ritorna sopra: «Ma come è possibile pensare di fare un governo con chi prende legnate sempre più forti ad ogni occasione elettorale?».
Un riferimento al magro esito del voto molisano per i democratici. E c’è di più, visto che il bot della pagina Salvini Premier, ovvero l’utente che gestisce la community del gruppo con trentatremila iscritti legata alla pagina, ieri sera ha mandato i suoi utenti a protestare sulla pagina di Luigi Di Maio, nel post in cui il candidato premier M5S annunciava la chiusura del forno della Lega.
Lo spam di Salvini premier sulla pagina di Di Maio ha trovato terreno fertile in un elettorato che non si aspettava la svolta del M5S pur se ampiamente annunciata e non ha intenzione di seguire il leader grillino nelle sue interlocuzioni.
Dietro lo spam di Salvini il tentativo di recuperare alla causa del centrodestra i voti di chi ha scelto il M5S perchè non si fidava dei suoi leader. E c’è da pensare che un “esecutivo fantoccio” guidato dal M5S con l’appoggio del PD o scelto dal presidente della Repubblica in assenza di scelte da parte dei partiti favorirebbe la carica “antisistema” del leghista nella prossima campagna elettorale.
Carmelo Lopapa su Repubblica spiega però che tanto Salvini quanto Di Maio confidano piuttosto che dopo Fico maturi un pre-incarico che a quel punto consenta di sondare l’opzione iniziale, dei quasi-vincitori del voto: M5S e Lega.
Salvini brinderebbe se venisse affidato al “suo” Giancarlo Giorgetti.
Il capo dei 5 stelle a quel punto lo rivendicherebbe per sè: l’ultima chance per Palazzo Chigi.
Quel che è certo è che i due partiti insieme partirebbero da un bottino di 347 voti alla Camera e 167 al Senato. Peccato che quel sondaggio ultimo il Quirinale lo concederebbe solo a fronte di un preciso e preventivo accordo, a cominciare dalla premiership.
E lì, tra i due leader, cascherà l’asino.
(da “NextQuotidiano”)
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