SALVINI SALVA BOSSI E SUO FIGLIO , CONDANNATO SOLO BELSITO PER APPROPRIAZIONE INDEBITA
LA LEGA LI AVEVA ESCLUSI DALLA QUERELA NEL PROCESSO… BELSITO UNICO CAPRO ESPIATORIO: “QUANDO SONO ANDATO VIA E’ PROVATO CHE IN CASSA CI FOSSERO 49 MILIONI”
Umberto Bossi e il figlio Renzo escono dal processo sui fondi della Lega spesi per fini personali e non di partito.
Lo ha deciso la Corte d’appello di Milano che ha pronunciato per i due una sentenza di “non doversi procedere”.
Il tutto è dovuto a Matteo Salvini che aveva deciso di querelare Francesco Belsito, ex tesoriere del Carroccio, ma non per Bossi padre e figlio.
“Grazie a Salvini – è stato il commento di Renzo Bossi – e alla Lega ”
Era di diverso avviso l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore generale Maria Pia Gualtiere la quale sosteneva: “Va estesa anche a Umberto Bossi e suo figlio Renzo” in quanto c’è “un unico disegno criminale” e “si estende a tutti gli imputati al di là delle intenzioni del querelante”, ovvero Salvini.
Per tutti e tre, dunque, il sostituto procuratore generale chiedeva la conferma delle condanne inflitte in primo grado.
La condanna, dunque, è stata decisa per il solo Belsito: la Corte ha rideterminato la condanna a 1 anno e 8 mesi . In primo grado, invece, era stata di 2 anni e mezzo.
Per quanto riguarda la posizione di Belsito, l’avvocato Silvio Romanelli aveva concluso la sua arringa dicendo che l’ex tesoriere “prima di andarsene ha lasciato nelle casse della Lega la bellezza di 49 milioni di euro. Perchè non era solo impegnato a sottrarre fondi, come vorrebbero i giudici che lo hanno condannato in primo grado, ma ha fatto anche del buon governo: non ha lasciato la cassa vuota e ha fatto una serie di investimenti proficui”.
L’ex tesoriere, fuori dall’aula ha tenuto a precisare che “dopo le mie dimissioni, con le elezioni del 2008, sono entrati nelle casse della Lega altri 19 milioni”.
L’accusa sosteneva che tra il 2009 e il 2011 il Senatur avrebbe speso oltre 208mila euro con i fondi del partito, Renzo Bossi più di 145mila euro, tra cui diverse migliaia di euro in multe, 3 mila euro di assicurazione auto, 48mila euro per comprare un’auto, una Audi A6, e 77mila euro per la “laurea albanese”.
La pg Gualtieri aveva spiegato che la “peculiarità ” di questo processo è che era iniziato con la procedibilità di ufficio e poi, tra il primo e secondo grado era intervenuta la nuova norma secondo la quale era necessario presentare la querela per il reato di appropriazione indebita.
Querela presentata, tramite i suoi legali, dal leader del Carroccio Salvini, lo scorso 27 novembre, poco prima della scadenza dei termini, solo nei confronti di Belsito.
Per il pg, invece, l’articolo 123 del codice penale “dice che la querela si estende a tutti i compartecipanti del reato anche contro la volontà del querelante in quanto unica è la condotta e unico è il disegno criminoso” e, oltre a chiedere ai giudici di respingerei i motivi dell’appello presentate, ha sottolineato che la sentenza di primo grado, di cui chiede la conferma, è “solida”.
Per il difensore, “Belsito è l’anello debole della catena”, ma “non possiamo ritenere che tutto quello che manca lo abbia preso lui”. Con queste motivazioni l’avvocato Romanelli aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito.
(da agenzie)
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