SANTANCHE’ CON VISIBILIA PERDE SOLDI E CHIEDE AIUTO AL FONDO ARABO BRACKNOR
IN DISCESA RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI, ANCHE DOPO I LICENZIAMENTI
La Visibilia Editore di Daniela Santanchè chiude il primo semestre del 2017 in perdita e si affida al fondo degli Emirati Arabi Uniti Bracknor per reperire risorse finanziarie. La società , cui fanno capo le testate giornalistiche VilleGiardini, Ciak e Pc Professionale (acquisite nel 2014 dal gruppo Mondadori) e quotata sul listino dell’Aim di Piazza Affari, ha chiuso i primi sei mesi al 30 giugno con una perdita di 168.401 euro, dato che va a confrontarsi con il rosso di 230.718 euro che era stato registrato nello stesso periodo dell’anno prima.
In discesa i ricavi delle vendite e delle prestazioni, che passano da 2 a 1,8 milioni, accusando principalmente i cali delle vendite in edicola (da 519mila a 469mila euro) e degli abbonamenti (da 429mila a 371mila euro).
Scendono, tuttavia, anche i costi della produzione, da 1,99 a 1,65 milioni.
Se, da una parte, il risultato netto semestrale è stato migliore rispetto a quello del 2016, dall’altra, è stato inferiore al budget, sia per la già citata diminuzione delle vendite dei giornali in edicola nonchè degli abbonamenti, sia — informa il documento sull’andamento al 30 giugno — per “accantonamenti a fondi rischi e perdite su crediti relativi a crediti non più recuperabili previsti a budget”.
La società editoriale, sbarcata sull’Aim grazie all’acquisizione dell’agenzia di comunicazione e rassegna stampa Pms, è controllata con la maggioranza dalla Visibilia Editore Holding srl, il cui 92% è a sua volta in mano alla società concessionaria di pubblicità di Santanchè Visibilia srl, mentre la restante quota è nel portafoglio dell’Alevi srl della giornalista Paola Ferrari.
Il rosso ha fatto sì che la Visibilia Editore si trovasse, alla fine del primo semestre, nella fattispecie disciplinata dall’articolo 2446 del codice civile, quando cioè il capitale è ridotto di oltre un terzo in conseguenza di perdite.
Anche per questo la società guidata da Santanchè, che ne è presidente e amministratore delegato, è corsa ai ripari.
Tanto per cominciare, il 21 aprile scorso è stato rivisto il piano industriale, che prevede tra le altre cose un aumento dei ricavi digitali da web e la “piena efficacia delle azioni di efficientamento dei costi del personale, già iniziate nel 2015”.
I tagli al personale del gruppo Visibilia hanno spesso fatto discutere e alimentato polemiche. Per esempio lo scorso agosto, quando sono state poste in liquidazione le testate Novella 2000 e Visto e contestualmente la società editrice, Visibilia Magazine, ha deciso di licenziare tutti i dipendenti.
Non solo. La Visibilia Editore punta a ridurre gli oneri finanziari su un debito bancario che al 30 giugno ammontava a 2,5 milioni grazie alla rinegoziazione dei contratti con gli istituti di credito (proprio a giugno è stato raggiunto un accordo con l’ultima banca rimanente, sicchè gli impegni finanziari sono stati spalmati su un orizzonte di nove anni).
E poi c’è la questione della ricapitalizzazione. A riguardo, tra luglio e settembre, Visibilia Editore Holding srl, nel frattempo scesa dal 74% di fine giugno al 65% della società quotata all’Aim, ha versato 455mila euro “in conto futuro aumento di capitale, a supporto delle esigenze finanziarie della società , in riferimento a una prossima tranche dell’aumento di capitale”.
Mentre a settembre il consiglio di amministrazione guidato da Santanchè, dove siedono anche il suo attuale compagno Dimitri d’Asburgo Lorena (investor relator di Visibilia Editore; in pratica colui che tiene i rapporti con gli investitori) e il suo ex marito Canio Giovanni Mazzaro, ha deliberato di avviare un aumento di capitale da 700mila euro, che ha preso il via il 2 ottobre.
C’è di più. Il cda della Visibilia Editore, nella seduta del 25 settembre, ha deciso di approvare “i principali termini e condizioni relativi a una possibile operazione di investimento con Bracknor Investment per l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile ‘cum warrant’ per complessivi 3 milioni di euro”.
Il fondo di Dubai Bracknor è, in realtà , lo stesso che ha già sottoscritto un’analoga emissione obbligazionaria, sempre del valore massimo di 3 milioni, a favore di Bioera, società presieduta da Santanchè e partecipata a maggioranza da Mazzaro.
Il 28 settembre, tra l’altro, Bracknor ha subito chiesto la conversione in azioni di alcune obbligazioni, operazione che condurrà il fondo arabo a un iniziale 0,573% di Bioera, che in linea di principio potrebbe crescere ancora.
Chissà se accadrà la stessa cosa in Visibilia Editore.
(da “Business Insider”)
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