SARDEGNA: ATTENTATO CONTRO SEDE PD A DORGALI, INCENDIATA AUTO AL SINDACO “CIVICO” DI CARDEDU
“CLIMA INFAME PER CHI AMMINISTRA, DENUNCE INASCOLTATE DA TEMPO DAL MINISTRO DEGLI INTERNI”
Alle due di notte un boato ha scosso la cittadina ogliastrina di Dorgali, nel Nuorese, sulla costa orientale della Sardegna. L’esplosione è avvenuta nella sede locale del Pd, un circolo, nella centrale via La Marmora e per caso non ha causato feriti. In quel momento nella palazzina – piano terra e primo piano – non c’era nessuno, deserta anche la strada di fronte.
“Se fosse confermato l’atto doloso – ha commentato il segretario dem Nicola Zingaretti – ci troveremmo ancora di fronte ad un gravissimo attacco ad un circolo del Pd, a Dorgali. Massima vicinanza ai nostri iscritti. Chiediamo di fare piena luce su questa ennesima intimidazione. Sicurezza vuol dire prevenire la violenza, non avvelenare i pozzi come avviene ormai di frequente. Al Sindaco di Cardedu va la nostra solidarietà per il gravissimo gesto intimidatorio”.
Sul posto, subito allertati dalla deflagrazione i carabinieri della compagnia di Siniscola che hanno quindi chiamato i Vigili del fuoco, ancora nelle prime ore di questa mattina sono in corso gli accertamenti e i sopralluoghi i cui risultati saranno poi riferiti al magistrato che conduce le indagini.
Secondo i militari a causare la potente deflagrazione è stata l’esplosione di una bombola Gpl dall’interno: totalmente divelte le finestre e le tapparelle, gravi i danni strutturali all’edificio. I detriti sono stati espulsi all’esterno dalla potente onda d’urto. Mentre all’esterno solo un’auto parcheggiata lì vicino è stata colpita da cemento e altro materiale.
“Non abbiamo avuto nessuna avvisaglia – spiega trafelata Valentina Schirru, segretaria del circolo dem, mentre si reca alla caserma dei carabinieri . – Abbiamo avuto conferma ora che si è trattato di un attentato doloso con un significato che ancora dobbiamo capire. Il pensiero va alle persone che avrebbero potuto essere colpite da questo ordigno artigianale…”.
Il circolo è una sede storica del partito, ereditata dal Pci: la palazzina era stata costruita da volontari, ed è frequentata soprattutto nei periodi elettorali o per altre iniziative. Nessun dubbio sul destinatario: “C’è la targa, ci sono i manifesti fuori – continua Schirru – abbiamo i nostri iscritti e il Pd qui c’è, nonostante gli ultimi risultati. C’è una base, ci sono le persone. Mai avute intimidazioni prima”.
Sempre sulla costa orientale, ottanta chilometri a sud, a Cardedu – 2 mila abitanti – c’è stato un altro attentato doloso. Nel mirino il sindaco, Matteo Piras 40 anni, eletto nella civica Cardedu si rinnova tre anni fa. Alle 3 e 20 circa le fiamme hanno avvolto un’Audi A4 utilizzata dal primo cittadino. Sono intervenuti anche in questo caso i carabinieri di Jerzu e i Vigili del fuoco per spegnere le fiamme ma l’auto è stata totalmente distrutta
Immediata la solidarietà non appena è stata diffusa la notizia. “Stanotte una mano vigliacca ha incendiato la macchina del sindaco di Cardedu e componente del Consiglio Regionale di Anci Sardegna. Non ci sono più parole per definire la pericolosità della condizione di sindaco e di amministratore in Sardegna, i rischi che si corrono, i prezzi che si pagano”, scrive Emiliano Deiana, presidente dell’Anci Sardegna.
Da sempre in prima linea nel denunciare gli attentati contro gli amministratori: “Si è creato, nel tempo, un clima infame per chi amministra per il quale, ormai, atti di questo tipo sono la norma, non più un’eccezione e possono arrivare da qualunque lato”. Da qui l’appello, definito “inutile” a Governo e ministro dell’Interno.
L’immagine di lato con l’auto avvolta dalle fiamme e dal fumo nero l’ha postata lui, il sindaco Piras (ingegnere con compagna e un figlio) su Facebook. Accompagnata dal commento sarcastico: “Va be. Cambiamo macchina…”.
Nessuna pista principale, al momento, anche se le sue parole portano a qualcuno vicino, forse a qualche screzio locale: “Il modo per farmi conoscere le problematiche sarebbe dovuto essere un altro: venire a dirmelo a voce, in maniera civile – aggiunge – Vivo in mezzo ai miei concittadini, mi avrebbero potuto fermare anche per strada: avremmo chiarito in questo modo”.
In chiusura a Cardedu il Piano urbanistico comunale e in corso – ancora – i lavori del post alluvione di Gairo, lì vicino, che risale a 68 anni fa, era il 1951 quando il paese divenne fantasma. Ma c’è anche la scuola del paese dichiarata inagibile lo scorso dicembre e sgomberata, sulla struttura – costruita in parte su un canale – con piloni lesionati sono stati fatti interventi di consolidamento e ristrutturazione. Lavori da 2 milioni e settecento mila euro con un contributo regionale e un dieci per cento a carico del Comune.
(da agenzie)
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