SCISSIONE NEL M5S DOPO LE ELEZIONI EUROPEE? IN CASO DI SCONFITTA ALLE EUROPEE, GRILLO DAREBBE PER CONCLUSA L’ALLEANZA CON LA LEGA
A QUEL PUNTO DI MAIO RESTEREBBE CON SALVINI CON UNA PARTE DEI GRILLINI, MENTRE IL M5S ANDREBBE ALL’OPPOSIZIONE
Una scissione nel MoVimento 5 Stelle dopo le elezioni europee. Che potrebbe portare Salvini a Palazzo Chigi e un Di Maio ridimensionato come suo paggetto.
L’ipotesi è ventilata oggi da Tommaso Labate sul Corriere della Sera, all’interno di uno scenario che vede un’implosione dei grillini in seguito alla possibile sconfitta nella consultazione di Strasburgo con sorpasso della Lega.
Dopo, è il ragionamento che si fa nei palazzi romani, potrebbe finire sotto processo la strategia politica di Luigi Di Maio — che ha previsto l’alleanza con Salvini — il quale però non avrebbe nessuna intenzione di completare la sua prima esperienza di governo con un fallimento: da qui l’ipotesi di scissione e di continuazione del percorso insieme a un Carroccio a quel punto rafforzato e con Salvini presidente del Consiglio:
«All’interno dei M5S potrebbe consumarsi presto una spaccatura epocale», sostengono nell’inner circle del leader leghista.
E, stando alle riflessioni condivise ai massimi livelli con il ministro dell’Interno, «dopo la prevedibile sconfitta al voto, Grillo o chi per lui si alzerà per dire che l’esperienza del governo con noi va chiusa subito. E qualcun altro, a cominciare da Di Maio e dalla maggioranza dei parlamentari, sosterrà che dobbiamo andare avanti».
Il tema di una possibile scissione all’interno del M5S, che nelle riunioni della Lega fa capolino da qualche giorno, potrebbe sembrare fantapolitica.
Eppure le spie di come Di Maio sia oggi più in sintonia col collega vicepremier che non con l’ortodossia pentastellata (oggi rappresentata dal premier Conte) erano visibili a occhio nudo anche prima delle dispute di ieri su Tav e Baglioni.
In questo scenario il dinamico duo che oggi ricopre la vicepresidenza di Palazzo Chigi in tandem potrebbe “sposarsi” per sempre.
Le avvisaglie, spiega il Corriere, già ci sono: Di Maio ha difeso il Decreto Sicurezza di Salvini anche andando contro i sindaci “ribelli” M5S (a Livorno) e le maggioranze dei consigli comunali a Roma e a Torino, dove però le sindache si sono ben guardate dall’aprire bocca perchè sanno bene chi comanda e chi non conta niente ed è in crisi di consenso.
In questa ottica andrebbero viste anche le frizioni all’interno del MoVimento 5 Stelle, culminate nella dissociazione (non pubblica) di Di Maio da Grillo che firma il patto per la scienza con Burioni e Silvestri.
D’altro canto è Grillo a dire che sarebbe stato meglio che la madre avesse preso la pillola invece di concepire Salvini. Una parte del M5S lo ha eletto a nemico pubblico, e anche se per ora è trascurabile e pronta alla ritirata ogni volta che Di Maio fa bu, non si sa cosa potrebbe accadere domani.
E poi ci sono gli aneddoti:
Un mese fa, a chi gli chiedeva conto dello scouting di FI tra i grillini, che aveva come punto di caduta il primo governo con un leghista premier, il ministro dell’Interno rispondeva con una battuta: «Tra Di Maio e Berlusconi mi fido più di Di Maio. Se mai dovessi andare io a Palazzo Chigi, preferirei andarci con lui». Chissà se era solo una battuta.
In effetti, i due insieme sarebbero proprio bellissimo. E lo spettacolo del resto del M5S pronto a fare l’opposizione a Di Maio dopo averlo portato in un palmo di mano sarebbe davvero fantastico.
(da “NextQuotidiano”)
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