SE QUESTI SONO I GIOVANI, C’E’ POCO DA SPERARE
REPORT DI SAVE THE CHIDREN: UN ADOLESCENTE SU DUE HA SUBITO VIOLENZE DA PARTE DEL PARTNER… PER IL 30% LA GELOSIA E’ UNA FORMA DI AMORE
Non sono confortanti i dati che indagano la violenza nelle relazioni tra adolescenti. Più di una ragazza o un ragazzo su due (52%) tra i 14 e i 18 anni, che ha o ha avuto una relazione, ha subito un comportamento violento dal proprio partner e quasi la metà (47%) non nega di averlo messo in atto.
È il quadro allarmante che emerge dal rapporto Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza realizzato da Save the Children, in collaborazione con Ipsos.
La gelosia? Un segno d’amore per il 30% degli adolescenti. Condividere la password dei propri social o dispositivi? Una prova d’amore per il 21%. E il 17% pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto.
Ancora una volta i dati confermano così l’urgenza di rafforzare l’educazione sui temi della violenza di genere e delle relazioni sane e la necessità di promuovere, fin da piccoli, una cultura che favorisca il rispetto reciproco, l’uguaglianza di genere e la consapevolezza dei propri diritti e responsabilità all’interno delle relazioni interpersonali.
Forme di controllo
Dal report – che raccoglie i risultati di un sondaggio su un campione rappresentativo di 800 adolescenti – emerge, inoltre, come tra ragazze e ragazzi non vi siano differenze particolarmente rilevanti. Tuttavia, i maschi tendono ad assumere in misura maggiore delle femmine comportamenti caratterizzati da violenza emotiva e fisica.
Ad esempio, il 17% dei ragazzi afferma di aver spaventato il/la partner con comportamenti violenti a fronte di un 13% delle ragazze.
Quanto, invece, alle esperienze di violenza subita, le forme più diffuse sono: avere un partner che si rivolge all’altro con un linguaggio violento, come grida o insulti (29%), o che fa leva sulle emozioni dell’altro per fargli fare qualcosa che non vuole (29%).
A queste si aggiungono poi la richiesta di inviare video o foto intimi con insistenza (20%) e la condivisione di foto o video intimi senza consenso (15%).
Stereotipi duri a morire
Come evidenzia il report, la violenza di genere oltre ad essere trasversale per età e contesti sociali, lo è anche sulle dimensioni in cui avviene, sia nella vita reale che nell’online, generando così più livelli di violenza e oppressione. Ma tutto trova radici nelle differenze di genere percepite. Quasi il 70% degli adolescenti ritiene che le ragazze siano più predisposte a piangere dei maschi, più in grado di esprimere le proprie emozioni (64%), di prendersi cura delle persone (50%), e di essere inclini a sacrificarsi per il bene della relazione(39%).
Prevale un’immagine della donna più predisposta da un punto di vista affettivo e relazionale. Quanto, invece, alle relazioni intime nate o praticate anche online, circa un adolescente su dieci ha condiviso/postato foto intime senza il consenso della persona coinvolta.
I recenti e sempre più frequenti episodi di cronaca hanno messo in luce come certi modelli violenti di relazione tra pari vengano interiorizzati anche dagli adolescenti.
Il 43% degli e delle adolescenti crede che se una ragazza non volesse avere un rapporto sessuale con qualcuno/a, il modo di sottrarsi lo trova. Un dato che sottolinea come «sia diffusa – si legge nel report – l’opinione di sotterranea responsabilità della vittima di violenza sessuale, come a dire che in qualche modo, se avesse davvero voluto, si sarebbe potuta sottrarre».
Nella stessa direzione vanno le opinioni rispetto ad altre forme di attribuzione di responsabilità della vittima nella violenza sessuale: il 29% degli adolescenti ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire e/o di comportarsi, mentre il 24% pensa che se una ragazza non dice chiaramente “no” vuol dire che è disponibile al rapporto sessuale.
Infine, il 21% crede che se una ragazza sia sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol sia comunque in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale.
(da agenzie)
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