SECONDA NOTTE DI PROTESTE CONTRO TRUMP, SCONTRI IN STRADA
LA POLIZIA PAGATA DAI CONTRIBUENTI AL SERVIZIO DELL’EVASORE RAZZISTA SERVO DELLA FINANZA
Non si ferma l’ondata di proteste anti Trump negli Stati Uniti.
Manifestanti contro il presidente designato sono tornati nelle strade per il secondo giorno in tutto il Paese, esprimendo la preoccupazione che l’elezione del magnate newyorkese alla presidenza infliggerà un duro colpo ai diritti civili.
Gli edifici di Trump a New York e Washington sono stati fra gli obiettivi principali delle proteste: la polizia ha innalzato barriere di sicurezza intorno all’hotel del presidente eletto nella capitale, non lontano dalla Casa Bianca, e ha anche schierato blocchi di cemento intorno alla Trump Tower nella Grande mela.
Le manifestazioni più imponenti si sono registrate a Manhattan e a Los Angeles.
La più violenta, invece, a Oakland, con lancio di molotov, sassi e tre agenti feriti.
Altri cortei si sono svolti a Boston, Filadelfia, Chicago, Detroit. E ancora Seattle, Cleveland e San Francisco.
A Portland, in Oregon, la polizia ha definito la protesta come «rivolta».
Nella notte Trump ha commentato, via Twitter, le proteste: «Ho appena vinto un’elezione presidenziale aperta e di successo. Adesso contestatori di professione, incitati dai media, stanno protestando, Molto ingiusto!».
Intanto il Ku Klux Klan ha annunciato che organizzerà il 3 dicembre in North Carolina una «parata per la vittoria» di Donald Trump.
«La corsa di Trump ha unito la mia gente», è la didascalia sopra un ritratto del tycoon dove la parola «race» in inglese vuol dire sia «corsa» che «razza».
Subito dopo la vittoria di Trump, un ex leader del il gruppo razzista suprematista, David Duke, aveva rivendicato su Twitter il contributo del gruppo nell’elezione del tycoon. «Non sbagliate, la nostra gente ha svolto un ruolo ENORME!», aveva twittato.
(da agenzie)
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