SONDAGGIO DEMOS NAPOLI: DE MAGISTRIS VOLA AL 42% AL PRIMO TURNO
LETTIERI, VALENTE E BRAMBILLA SOTTO AL 20%
Un uomo solo al comando. A due settimane dal voto, il sondaggio Demos & Pi fotografa un trend elettorale che va nettamente a vantaggio del sindaco uscente, Luigi de Magistris. Il confronto nudo e crudo con i principali avversari, a qualunque livello, lo vede saldamente in testa.
Non tanto però da garantirgli la vittoria al primo turno.
La prima domanda rivolta dai sondaggisti agli intervistati è chi sceglierebbero tra i singoli candidati se si votasse oggi.
De Magistris è davanti, col 42,1 per cento. Un dato che sfonda la soglia significativa del 40 per cento.
E vale la pena ricordare che si tratta di una cifra assai superiore al 27,5 per cento che l’ex magistrato raccolse al primo turno cinque anni fa.
Segno che i cinque anni di governo, per quanti dubbi possano aver scavato, hanno anche rafforzato il consenso. Ma non al punto da far vincere il sindaco al primo turno. Ma forse quello che rende de Magistris ancora più forte è la debolezza dei suoi principali avversari. Nessuno riesce a superare la quota del 20 per cento e quindi nessuno pare essersi guadagnato fin qui i galloni di sfidante più accreditabile.
Gianni Lettieri, che fu suo competitor cinque anni fa, è al 19,7 per cento, praticamente la metà del 38,5 conseguito nel 2011, anche se a suo svantaggio gioca il 4,1 per cento che gli viene drenato dal candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Marcello Taglialatela. In ogni caso Lettieri resta sotto al totale messo insieme dalle sue liste (Forza Italia e altri), che arrivano al 21,2.
Valeria Valente non sfonda. La candidata del Pd è ferma al 16,4 per cento, un punto sotto anche al pentastellato Matteo Brambilla, che viaggia al 17,3.
Una statistica che, se confermata, cullerebbe le amare previsioni di Antonio Bassolino: il Pd era quarto in classifica, per questo l’ex sindaco disse di voler scendere in campo nel lontano settembre 2015, ma la posizione è ancora quella, un po’ come il Milan che non riesce a tornare in Europa, e il dato percentuale è perfino inferiore al già risicato 19,1 per cento raccolto nel 2011 dal candidato post-primarie del Pd, ovvero Mario Morcone.
Per giunta, le due principali liste a suo sostegno, Pd e la lista personale del sindaco, superano da sole il 20 per cento, indicando dunque una tendenza di almeno un 5 per cento dell’elettorato al voto disgiunto.
Anche Brambilla è su quei livelli, a conferma che i Cinque Stelle avrebbero dilapidato a loro volta quasi nove punti rispetto al 26,5 per cento riscosso in città appena due anni fa, alle Europee.
Il dato di lista comunque, anche in questo caso, è superiore a quello del candidato: 21,4 contro 17,3 per cento. Sono tutti differenziali che portano acqua al successo personale di de Magistris, le cui principali liste assommano circa il 25 per cento.
Con queste cifre all’ipotetico primo turno, il ballottaggio diventa una formalità .
Ecco infatti de Magistris stravincere con tutti: 62,9 a 37,1 contro Lettieri (cinque anni fa il match si chiuse per 65 a 35), poi 63,5 a 36,5 contro Valente e 64,9 a 35,1 contro Brambilla. Insomma de Magistri ha ormai la sua base elettorale consolidata, che lo porta oltre il 60 per cento al ballottaggio, degli altri tre invece sostanzialmente uno vale l’altro.
Di fatto, la sua amministrazione viene giudicata “abbastanza positiva” dal 49 per cento, e un altro 6 per cento va addirittura sul “molto positivo”. Totale: 55 per cento. Sull’altro piatto della bilancia c’è un “abbastanza negativo” al 28 per cento e un molto negativo al 16, per un totale di 44. Solo l’1 per cento non sa o non risponde.
I napoletani hanno dunque una visione chiara di come ha amministrato de Magistris, naturalmente si spaccano, ma i soddisfatti sono chiaramente maggioranza.
D’altro canto la statistica sui problemi della città dice che i napoletani sono afflitti soprattutto da quelli che meno hanno a che fare con la amministrazione che siede a Palazzo San Giacomo.
Il cruccio principale resta la disoccupazione: il 26 per cento la sceglie come prima opzione, il 15 per cento come seconda. La somma delle due opzioni porta a quota 41: su un totale di 200 opzioni possibili, significa che un quinto dei napoletani individua nei problemi del lavoro la sua principale fonte di preoccupazione. Al secondo posto in questa classifica delle emergenze da affrontare ci sono criminalità e ordine pubblico, con un 18 per cento di prima scelta e 11 di seconda, per un totale di 29.
Nettamente staccate le altre incombenze più tipiche del governo di una città : il trasporto pubblico ha una soma di 20 per cento, i servizi sociali arrivano solo al 17, la raccolta rifiuti all’11, con buona pace del dibattito spesso accesissimo sul tema. A 11 c’è anche il sostegno alle famiglie meno abbienti, solo il 10 per cento cita la lotta alla corruzione, il 9 la viabilità , il 6 immigrazione e campi rom.
(da “La Repubblica”)
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