SONDAGGIO GHISLERI: I RITARDI DEL PNRR E LO SCONTRO CON LA CORTE DEI CONTI FANNO PERDERE CONSENSI AL GOVERNO E A FDI, SALE IL PD
PER IL 54,8% IL PNRR E’ UNA GRANDE OPPORTUNITA’, ENTUSIASTI I GIOVANI
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nelle ultime due settimane ha scalato a pieno titolo il ranking della classifica delle priorità dei cittadini rispetto alla loro quotidianità, entrando a metà della “Top 10”. Per il 54,8 per cento degli italiani è una reale opportunità, un cittadino su tre lo identifica come una «medicina amara». I veri entusiasti sono i giovani della generazione Z, con il 62,7 per cento di risposte positive sul tema
I ritardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la polemica attorno al sistema dei controlli della Corte dei Conti hanno prodotto in due settimane un calo di consensi per Fratelli d’Italia e una diminuzione negli indici di fiducia della presidente del Consiglio e del suo governo. Lo spiega la sondaggista Alessandra Ghisleri sulla Stampa, parlando di una flessione di mezzo punto percentuale sia per il partito di Giorgia Meloni, che passa dal 29,6% al 29,2%, sia per la stessa premier, scesa al 39,5 per cento (-0,6%). Anche il governo perde terreno fermandosi al 35,6% (-0,5%).
Un intervistato su tre (31,9%) condivide che le verifiche dei giudici contabili della Corte dei conti sul Pnrr siano possibili solo al termine dei lavori, con relazioni semestrali complete di valutazioni sulle spese dei fondi e sullo stato di avanzamento del Piano. Questa proposta vede schierarsi in maniera netta gli elettori di Fratelli d’Italia (67,9%) e quelli di Forza Italia (60%). Più freddi i sostenitori della Lega: se il 35% si è espresso a favore, ben il 49,2% non ha saputo dare una valutazione.
Ma nella perdita dei consensi è necessario mettere nel conto anche il peso dei ritardi e delle lacune informative dell’intero Pnrr, rispetto al quale il governo di Mario Draghi viene identificato come l’esecutivo che lo ha reso un’opportunità per il Paese (25,7%) superando Giorgia Meloni (20,5%) e Giuseppe Conte (15,5%).
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nelle ultime due settimane ha scalato a pieno titolo il ranking della classifica che mette in ordine tutte le priorità dei cittadini rispetto alla loro quotidianità, entrando di diritto a metà della “Top 10”. Dopo l’alluvione in Emilia-Romagna e l’annuncio della riforma sui controlli del piano, confermata alla Camera con il voto di fiducia del 6 giugno sul decreto pubblica amministrazione, l’argomento è tornato caldo sui media con tutte le valutazioni inerenti gli obiettivi degli investimenti previsti per possibili infrastrutture e messa in sicurezza del territorio.
Ad oggi, per il 54,8% degli italiani il Pnrr rimane una reale opportunità, mentre un cittadino su tre (30,2%) lo identifica come una «medicina amara» che si trasformerà in ulteriore debito per tutti.
I giudizi più severi, seppur minoritari, si concentrano tra i sostenitori del centrodestra. Emerge infatti la diffidenza degli elettori di Fratelli d’Italia con il 39,1% (8,9% sopra la media nazionale); di quelli di Forza Italia con il 35,5%, (+5,3% rispetto al dato nazionale) e della Lega con il 31,6%, (+1,4% rispetto al dato nazionale).
I veri entusiasti del progetto sono coloro che appartengono alla generazione Z (tra i 18 e i 28 anni) che si distinguono con il 62,7% di risposte positive sul tema. Del resto in origine il Pnrr si chiamava Next Generation Eu, ricorda Ghisleri.
La maggioranza degli italiani (51,9%) sarebbe favorevole ad una gestione speciale del piano, magari sotto l’occhio vigile di un Commissario come avvenuto, per esempio, per il Ponte Morandi di Genova. Su questo tema solo gli elettori del Pd si spaccano a metà tra i favorevoli (42,4%) e coloro che vorrebbero garantiti tutti i controlli concomitanti con l’attuazione del Piano (40,6%).
Quello che gli italiani si augurano, nel complesso, è che il sistema politico sappia sfruttare al meglio l’occasione senza metterne a repentaglio l’esito per contrapposizioni partitiche.
(da agenzie)
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