SONDAGGIO IXE’: M5S 29,2%, PD 21,8%, FORZA ITALIA 16,7%, LEGA 11,9%, LIBERI E UGUALI 7%, FDI 4,4%, NOI CON L’ITALIA 2,2%, BONINO 2%, INSIEME 0,7%
CENTRODESTRA FRENA E RESTA AL 35,4%
Osservavamo la settimana scorsa che “chi auspica un governo del Presidente, una situazione di instabilità marcata o un governo di coalizione, deve augurarsi che il Movimento 5 Stelle cresca ancora di un paio di punti”.
Ebbene pare che gli auspici si stiano avverando, a riprova delle misteriose strade dei sondaggi di opinione. La settimana che abbiamo alle spalle sembra aver portato infatti a:
una leggera frenata del centro-destra;
un ulteriore calo del PD, che ‘sfonda’ (all’ingiù) quota 22%;
na stazionarietà di Liberi e Uguali;
una crescita significativa del M5S.
Alcuni riscontri di tipo qualitativo tuttavia lasciano supporre che perlomeno nelle circoscrizioni del nord e del centro, la coalizione guidata da Matteo Renzi potrebbe frenare il massiccio esodo di elettori grazie alla lista Più Europa.
Ad oggi il non va oltre al 2%, ma la forte crescita in popolarità e fiducia di Emma Bonino (è praticamente al secondo posto alla pari con Di Maio) lascia intuire che per il futuro, gli ‘scontenti’ del leader del PD possano trovare un approdo.
Come osservavamo in termini di collegi, l’incremento di consensi del M5S si fa immediatamente sentire allontanando il centro-destra dalla maggioranza assoluta; la sensazione è che mentre il fronte del Nord appare di sicuro appannaggio dei ‘moderati/populisti’, le ex regioni rosse e il centro sud, stiano diventando il vero terreno di conquista negli uninominali con una competizione che vede salire il peso del M5S.
Non abbiamo la minima idea di cosa abbia prodotto queste dinamiche elettorali — se il chiacchiericcio sullo sfondamento del rapporto deficit/pil, gli psicodrammi sulle candidature o altro — a tutta riprova che il ‘popolo’ si muove in maniera imperscrutabile e imprevedibile. Forse, nel caso del PD, si potrebbe ipotizzare che stia aleggiando un dubbio esteso sulla solidità e sulla bontà della catena di comando, ma sono solo ipotesi.
Più puntuali invece le indicazioni che ci vengono sul clima del paese:
in campagna elettorale sembra accentuarsi il senso di ‘rancorosità ‘ dominante che destre e M5S interpretano meglio: sale infatti la convinzione di un paese ‘matrigno’ cui gli elettori avrebbero dato più di quanto hanno ricevuto;
contemporaneamente — in relazione all’Europa — assistiamo a qualcosa di analogo, anche in questo caso per la metà degli italiani, il nostro paese avrebbe dato di più di quanto ricevuto, ma….la successiva domanda sull’uscita dall’euro, chiarisce che in questo caso piuttosto che di anti-europeismo, si tratta di una sensazione di solitudine e abbandono, nuovamente meglio interpretata da moderati e cosiddetti ‘populisti’.
Infine sale di ulteriori 3 punti la propensione ad andare a votare, probabilmente alimentata dall’ ‘inverno di scontento’ che abbiamo rilevato.
(da “Huffingtonpost”)
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