SORPRESA: GRILLO NON E’ PIU’ “FONDATORE” DEL M55S, CAMBIA L’ATTO COSTITUTIVO
BEPPE SOLO GARANTE ED EMERGE IL MALCONTENTO DI DI BATTISTA
Ci sono tre pagine che cambiano il MoVimento 5 Stelle e sanciscono l’atto costitutivo di associazione – come si legge –denominata Movimento 5 Stelle, che raccoglie l’eredità delle associazioni che hanno retto i pentastellati dalla loro nascita fino a fine 2017.
Emanuele Buzzi, cronista embedded grillino sul Corriere della Sera, racconta come Beppe Grillo è diventato il garante, ma non è più fondatore del nuovo M5S:
È la sera del 20 dicembre 2017 quando a Milano si presentano davanti al notaio Valerio Tacchini – punto di riferimento per gli atti M5S – nel suo studio in una delle vie del centro, Casaleggio e Di Maio, già lanciato nella campagna elettorale per le Politiche («Stiamo agli ultimi passaggi di una repubblica al tramonto», dice quel giorno). Sono loro due a dar vita alla nuova associazione che – si legge– ha una sede legale e una sede operativa a Roma (ma il leader secondo le regole vidimate quella sera ha il potere da statuto di sopprimere o istituire eventuali sedi operative). Beppe Grillo, che era a capo dell’associazione punto di riferimento per i pentastellati quando si sono presentati alle Politiche 2013, compare come garante.
La scelta viene spiegata con motivi di imparzialità giuridica, perchè così — secondo la tesi dell’articolo — si assicura uno status di imparzialità alla figura del garante.
Si tratta ovviamente di una fregnaccia: Grillo è storicamente il fondatore del M5S e il suo volto dalla nascita, se si scrive in un documento che non è più fondatore la storia viene cancellata
Nell’atto costitutivo compare, invece, Casaleggio, che fino a quel momento aveva solo ruoli legati all’Associazione Rousseau (la piattaforma viene nominata come punto di riferimento per i 5 Stelle nello statuto allegato).
E a proposito di punti di riferimento tecnologici, nel testo si legge che l’associazione «promuove, attraverso idonee piattaforme internet o altre modalità , eventualmente non telematiche, la consultazione dei propri iscritti».
Intanto in un retroscena apparso sul quotidiano la Stampa, emerge il malcontento di Alessandro Di Battista nei confronti dei vertici M5s. L’ex deputato infatti non si è visto al Villaggio Rousseau di Milano. E pare che si sia sfogato al telefono con alcuni colleghi.
Lo sfogo virgolettabile è quello che ci riportano: «Si è sentito scaricato. Quando hanno cominciato a parlare delle ricadute negative delle sue uscite pubbliche nessuno lo ha difeso. E non hanno nemmeno smentito gli articoli che parlavano dei ripensamenti dei vertici del M5s che consideravano controproducente la sua strategia d’ assalto. Anche Di Maio è rimasto gelido. Alessandro si è lamentato perchè era stato chiaro, al suo ritorno dal Guatemala. “Se volete, vi do una mano contro Salvini e per le Europee, ma a modo mio e sui miei temi”».
(da agenzie)
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