SORPRESO IN PIENA NOTTE A FARE PIPI IN UN VICOLO, UNO STUDENTE RICEVE UNA MULTA DI 10.000 EURO
GENOVA: IMPAZZANO SPACCIATORI E IMBRATTATORI DI PALAZZI STORICI, MA IL “DECORO” DELLA CITTA’ E’ GARANTITO DAL BLITZ ANTI-PIPI’
Sono le 2.40 di notte del 25 febbraio scorso. Marco, diciannove anni studente di un liceo genovese esce da un locale del centro storico. È in compagnia di alcuni amici, ha bevuto un paio di birre, percorre poche centinaia di metri a piedi.
Si ferma in vico Lavezzi e qui decide di fare la pipì. «Mi scappava non c’erano altri locali aperti nella zona e il nostro aveva appena chiuso», spiegherà più tardi il giovane per giustificarsi.
Nella zona transita una pattuglia di carabinieri della stazione di Carignano.
I militari vedono il giovane urinare, lo bloccano di ritorno dal vicolo e lo identificano. «Ha commesso il reato di atti contrari alla pubblica decenza, deve pagare una multa». Marco torna a casa, racconta l’accaduto al padre.
«Mai e poi mai ci saremmo immaginati che la cifra fosse così alta», sottolinea ancora incredulo il papà del ragazzo. Perchè una settimana più tardi i carabinieri inviano allo studente genovese un verbale di contravvenzione.
Alla fine del foglio, una cifra monstre: 10 mila euro. «Ho riletto tre o quattro volte la multa -racconta il padre del ragazzo che lavora come agente di commercio – speravo di aver visto male. Ed invece era tutto vero».
La famiglia dello studente contatta avvocati, chiede pareri a consulenti legali. Alla fine la risposta è sempre la stessa e vale più che una sentenza. «Mi hanno detto che era meglio pagare, che si poteva fare ricorso ma le speranze di vincere erano pari a zero». Anche perchè i carabinieri di Carignano in questa circostanza hanno applicato la legge alla lettera.
Facciamo un passo indietro.
All’inizio del 2016 il reato di atti contrari alla pubblica decenza è stato depenalizzato. Cioè trasformato da denuncia penale in sanzione amministrativa.
E però il legislatore ha alzato di parecchio il livello economico del verbale. Che ora parte da cinquemila e arriva fino a diecimila euro.
Il papà di Marco ha deciso di saldare il dovuto entro sessanta giorni usufruendo dello sconto della misura ridotta . Un terzo della multa – applicato però in questo caso al valore massimo – e alla fine ha pagato all’Erario 3,333 euro e 33 centesimi.
Nessuno ha ritenuto che forse sarebbe bastato un “cartellino giallo” ammonendo lo studente a non farsi mai più beccare a urinare in luogo pubblico anche perchè in piena notte e in assenza di passanti resta oscuro il concetto di “atto contrario alla pubblica decenza” quando uno ha un improrogabile bisogno e non esiste nel raggio di chilometri un servizio Wc pubblico perchè le istituzioni non li mettono a disposizione dei cittadini.
Talvolta il buonsenso dovrebbe far capire che le situazioni di degrado delle città sono ben altre, soprattutto le decine di spacciatori che agiscono nei vicoli di Genova o chi imbratta con scritte i palazzi antichi della città e che continuano ad agire indisturbati.
Con una multa di 10.000 euro ora il decoro di Genova è assicurato.
(da agenzie)
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