SOTTO ACCUSA LA “GIUSTIZIA” DI RENZI
UNITI NELLE CRITICHE
Nei discorsi inaugurali dell’anno giudiziario, a Milano ma anche in tante altre sedi giudiziarie, non sono mancati gli accenni polemici nei confronti della riforma della giustizia avviata dal governo di Matteo Renzi.
Duro l’intervento dell’Avvocato generale dello Stato di Milano, Laura Bertolè Viale, contro la norma salva-Berlusconi, proposta e poi “congelata” da Renzi, che stabilisce delle percentuali di evasione fiscale sotto le quali non scatta la punibilità : “La clausola chiamata giornalisticamente anche ‘licenza a delinquere’ avrebbe quale effetto principale quello di creare una sostanziale differenza di trattamento tra i contribuenti di minori e quelli di maggiori dimensioni, aumentando in maniera abnorme la forbice di tolleranza”.
Bertolè Viale ha criticato anche la scelta del governo Renzi di aumentare le pene per la corruzione, lasciando però come stanno le norme su “concussione, corruzione specifica, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita.
E che fine ha fatto la tanto pubblicizzata riduzione di pena per chi collabora alla scoperta del reato e la riparazione pecuniaria a favore della pubblica amministrazione pari alla somma illecitamente corrisposta?”.
È “un ben misero condensato” rispetto ai “propositi iniziali” anche il disegno di legge sulla prescrizione.
Quanto all’introduzione del nuovo reato di autoriciclaggio, “trionfalmente approdato nel nostro sistema penale e preceduto da un vero e proprio battage pubblicitario”, Bertolè Viale afferma che “un piccolo comma, il quarto del nuovo articolo, vanifica tutti i primi tre commi, laddove dichiara che non sono punibili le condotte per cui il denaro i beni o altre utilità vengono destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale”.
A Torino, il procuratore generale Marcello Maddalena ha citato George Orwell, l’autore della Fattoria degli animali: “Il presidente del Consiglio non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio di Napoleone della Fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto il grande rimedio per tutti i problemi della vita: far lavorare gli altri fino a farli crepare dalla fatica, come il cavallo Gondrano”.
Così la prima riforma del governo Renzi nel campo della giustizia “è stata quella che ha brutalmente e malamente ridotto le ferie dei magistrati: una riforma che non solo per i contenuti, ma anche per il modo in cui è stata attuata, addirittura con decreto legge, e per i commenti sprezzanti che l’hanno accompagnata, ancor ci offende”.
Il primo grande rimedio del nuovo governo”, ha aggiunto Maddalena, “è consistito nel costringere i magistrati a lavorare di più, magari nella prospettiva, sicuramente non nell’auspicio, che facciano la stessa fine di Gondrano. Come se la colpa principale del dissesto dell’amministrazione della giustizia dipendesse dalla scarsa operosità dei magistrati, quando invece è da anni pacifico che la produttività della giustizia italiana è fra le più alte d’Europa”. Critiche al governo anche dal presidente della Corte d’appello di Bologna Giuliano Lucentini: “Sconsolante accostamento” quello tra lentezza della giustizia italiana e ferie dei giudici. Del resto, è un Paese in pericolo “quello in cui i suoi giudici sono delegittimati”.
Sono cambiate le cose — si è poi chiesto, senza nominarlo — dai tempi di Silvio Berlusconi? “Certo, non siamo più additati come disturbati mentali, non si dice più che taluni di noi, quelli impegnati in ben noti processi, sono mafiosi, criminali, irresponsabili, però le cose sono sostanzialmente rimaste quelle di prima: è cambiato solo il metodo, diventato mediaticamente più sottile”.
Boccia le proposte del governo anche il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, intervenuto a Milano: “Sulla corruzione, l’aumento delle sanzioni è la soluzione più facile, ma non la più efficace. Possono infatti scoraggiare i propositi di collaborazione, se non ci saranno anche strumenti più efficaci d’indagine e incentivi che rompano il patto tra corrotto e corruttore”.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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