SPAGNA: POPOLARI PRIMI MA UNA MAGGIORANZA NON C’E’
POPOLARI 28,7% (122 SEGGI), SOCIALISTI 22% (91 SEGGI), PODEMOS 20,6% (69 SEGGI), CIUDADANOS 13,9% (40 SEGGI)… SERVONO 176 SEGGI E NESSUNO CI ARRIVA, FINISCE IL BIPARTITISMO
In Spagna le elezioni politiche hanno sancito la fine del bipartitismo.
I risultati del voto sanciscono quello che i sondaggi davano per certo: quando lo scrutinio è quasi concluso, il Partido Popular è primo con quasi il 29% dei consensi, il Psoe al 22% seguito da vicino dallo straordinario risultato di Podemos, oltre il 20% (dato che include anche le alleanze strette localmente dal partito).
Ciudadanos – che fino a inizio mese era terzo e insidiava da vicino i socialisti, chiude solo quarto, sotto il 14%.
I popolari ottengono 122 seggi, con una perdita netta di 64 seggi rispetto a quattro anni fa, e molto al di sotto della soglia dei 176 necessari per governare da soli.
Allo Psoe vanno 91 deputati, 69 a Podemos e 40 ai liberali centristi di Ciudadanos. Nove e otto seggi rispettivamente per i due partiti nazionalisti catalani, Erc e Dl, mentre 6 ne ottengono i nazionalisti baschi del Pnv.
Unità popolare, la storica sinistra ormai quasi cancellata da Podemos, dimezza i suoi consensi e prende due seggi: ne aveva 11.
Una situazione fluida in termini di governabilità , perchè l’unica certezza è che il prossimo esecutivo dovrà essere sostenuto da una coalizione.
Quale coalizione però è uno scenario tutto da decifrare e che ricorda tanto il panorama politico italiano.
Con questi numeri, il Partido Popular non può formare l’alleanza di governo più indolore, quella con i centristi di Ciudadanos.
Rajoy potrebbe allora aprire a una coalizione “alla tedesca” con il Psoe, mantenendo a debita distanza gli anti-casta di Podemos.
Confermato in ogni caso il pronosticato e storico ridimensionamento delle due grandi forze politiche, popolari e socialisti, che dal 1982 hanno governato la Spagna democratica post-franchista.
Per quanto primo, il crollo è evidente soprattutto per il Pp, mentre il Psoe aveva già pagato dazio nel 2011, anche se continua a perdere consensi.
I popolari perdono in 4 anni oltre il 15% dei voti e 65 seggi
Per contro, è inequivocabile l’affermazione delle due nuove entrate Podemos e Ciudadanos, con gli ‘indignados’ di Pablo Iglesias in particolare che esordiscono nelle Cortes lanciando un segnale straordinario di rinnovamento dal basso, dopo aver saputo interpretare al meglio il malcontento verso la tradizionale classe politica, la “casta”, da parte soprattutto dei giovani in una Spagna dove i disoccupati sotto i 25 anni doppiano il tasso di disoccupazione nazionale che è già del 21 per cento.
“Crediamo che la Spagna sia cambiata. Già a maggio 2011 dicemmo che cominciava a cambiare. È finito il bipartitismo, c’è un’apertura e la Spagna già è un’altra. Il partito sarà all’altezza delle ansie di cambiamento della nostra gente. Podemos sarà lo strumento politico fondamentale perchè in Spagna si chiuda la porta alla corruzione e alla diseguaglianza” ha dichiarato Inigo Errejon, numero due di Podemos, mentre il leader Pablo Iglesias arrivava sorridente alla sede madrilena del partito.
A conti fatti, il blocco delle forze di sinistra, che include oltre ai socialisti e a Podemos gli ex comunisti di Izquierda Unida e altri due gruppi di carattere regionale, accreditato di 175 seggi alle battute finali dello scrutinio, ha sfiorato la maggioranza assoluta dei seggi.
Clamorosa è inoltre l’affermazione di Podemos in Catalogna e nel Paese Basco, dove l’appeal del partito si dimostra più forte anche delle spinte indipendentiste.
Merito probabilmente della proposta lanciata in campagna elettorale da Pablo Iglesias, unico leader di un partito a parlare di referendum vincolante sulla indipendenza della Regione.
In Catalogna Podemos viene accreditato di 12-13 seggi, davanti alla formazione storica della sinistra catalana, i repubblicani di Erc, con 9-11 seggi, Ciudadanos (7-8), i socialisti (7-8), la lista Democrazia e Libertà del presidente secessionista Artur Mas (6-7) e il Partido Popular (5-6).
Nel Paese Basco Podemos è primo con 5-6 deputati, davanti al Partito Nazionalista Basco Pnv (4-5), gli indipendentisti di Bildu (3-4), i socialisti e i popolari, con 1-2 seggi ciascuno.
L’affluenza è stata molto alta: ha votato il 73,2% (il 68,9% nel 2011) degli oltre 36 milioni di spagnoli aventi diritto.
(da agenzie)
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