SPESE PAZZE LIGURIA, SI DIMETTE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE MONTELEONE
IL POLITICO UDC E’ INDAGATO PER PECULATO: AVREBBE PRELEVATO 189.000 IN CONTANTI DALLA CASSA DEL GRUPPO, GIUSTIFICANDONE SOLO LA META’
«Sono stato pugnalato alle spalle»: travolto dall’inchiesta sulle “spese pazze” , il presidente del Consiglio Regionale, Rosario Monteleone (Udc), ha annunciato poco prima delle 12 l’intenzione di dimettersi. «Sono consapevole di non avere fatto nulla di male, l’inchiesta è stata enfatizzata», ha detto seduto in aula, confermando di essere pronto a consegnare la lettera di dimissioni «nella mani del vicepresidente Boffa.
Monteleone, accusato di avere presentato richieste di rimborsi senza i relativi giustificativi, ha aggiunto di essere «amareggiato e deluso» perchè, appunto, «qualcuno mi ha pugnalato alle spalle immaginando di fare una furbata», ma «il tempo è signore».
Monteleone, protagonista insieme con il governatore Claudio Burlando dell’alleanza politica che sostiene in Regione Liguria la maggioranza di centrosinistra, era presidente del consiglio Regionale dal 2010.
Monteleone è indagato per peculato dalla procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze” dei gruppi regionali: secondo quanto riportato dal Secolo XIX, l’esponente Udc avrebbe prelevato 189mila euro in contanti dai depositi del suo gruppo consiliare dell’Unione di centro, tra 2010 e 2011, giustificandone soltanto la metà .
Nella tarda mattinata del 28 ottobre, lo stesso governatore della Liguria aveva incontrato Monteleone per chiedergli di fare un passo indietro.
Nominato Cavaliere della Repubblica da Giorgio Napolitano nel 2011, Monteleone figurava tra i grandi elettori che hanno votato il secondo mandato dell’attuale Capo dello Stato.
La scelta del Consiglio regionale di mandare il suo presidente a Roma aveva suscitato non poche polemiche, legate ai suoi rapporti poco chiari con esponenti della ‘ndrangheta locale. L’inchiesta “spese pazze”, infatti, è solo l’ultima di una serie di vicende giudiziare che vedono coinvolto l’ormai ex presidente del Consiglio regionale ligure.
Il nome di Rosario Monteleone compare infatti in tre fascicoli, anche se non risulta mai indagato nè viene accertata alcuna sua responsabilità penale.
Nelle carte dell’inchiesta Crimine (2010), secondo la ricostruzione dei magistrati, nel 2005 Monteleone figura come beneficiario dei voti delle ‘ndrine.
Nel fascicolo Maglio 3, si parla di contatti con il boss locale Mimmo Gangemi: i capiclan, riferendosi a lui come “lardo”, lo accusano di “non avere mantenuto le promesse”.
In un’intercettazione disposta nell’ambito dell’inchiesta Pandora, Monteleone chiede a Gino Mamone, un imprenditore in odor di mafia, un appoggio elettorale in favore di un ex assessore della giunta di Marta Vincenzi.
Leave a Reply