STADIO ROMA, LA PATACCA DELLA RAGGI SPACCIATA PER SUCCESSO
PERCHE’ NON DICE CHE L’ACCORDO PREVEDE LA RINUNCIA AL PROLUNGAMENTO DELLA METRO B, AL PONTE AGGIUNTIVO SUL TEVERE E ALLA BRETELLA SULLA ROMA-FIUMICINO, INFRASTRUTTURE CHE SAREBBERO STATE A CARICO DEI COSTRUTTORI?… PERCHE’ NON DICE CHE LA PROPOSTA DELLA ROMA PREVEDEVA GIA’ UN TAGLIO DEL 35% DEI VOLUMI?… CHE FINE HA FATTO IL PERICOLO IDROGEOLOGICO?… LO STADIO E’ SOLO IL 25% DEI VOLUMI PREVISTI
Le parti esultano per l’accordo raggiunto. Ma basta entrare nei dettagli della trattativa per comprendere che su molti punti del capitolato bisognerà ancora discutere.
E la partita politica appare tutt’altro che conclusa.
Ora si entra nella fase più difficile, quella della realizzazione, come scrive Sarzanini su Il Corriere della Sera.
Oltre al taglio della cubatura, sono state inserite una serie di clausole legate alla realizzazione delle opere pubbliche che cambiano in maniera pesante il progetto allegato alla delibera 132 firmata nel 2014 dall’allora sindaco Ignazio Marino.
E dunque bisognerà preparare una nuova delibera, ottenerne l’approvazione e soprattutto riconvocare la Conferenza dei Servizi per le autorizzazioni.
Alcune cose sono chiare:
1) I volumi sono stati abbattuti del 50%, ma ci si dimentica di dire che l’ultima proposta dei costruttori già prevedeva una riduzione del 35% rispetto al progetto inizaile. Quindi in realtà si è ottenuto solo un 15% di tagli.
2) Se prima lo stadio rappresentava solo il 15% dei volumi delle opere previste, ora rappresenta pur sempre il 25-30% del nuovo progetto. Tutto il resto è un regalo ai costruttori.
3) Dal ridimensionamento del progetto deriva, come era prevedibile, un ridimensionamento anche delle opere pubbliche che il proponente si era impegnato a realizzare: quindi a perderci sono i cittadini romani.
A cadere sono il prolungamento della metro B, il ponte aggiuntivo sul Tevere e la bretella sulla Roma-Fiumicino: tutte infrastrutture di cui la città aveva bisogno a prescindere dallo stadio e che però il Comune di Roma non può realizzare per la penuria di liquidità . Le infrastrutture sarebbero state ovviamente utilizzabili per tutta la settimana e non soltanto il giorno della partita.
Quindi il ritorno per la città è pari a zero.
4) Il gruppo comunale del M5S si è spaccato e sono tra 8 e 10 i consiglieri che hanno votato contro il nuovo compromesso. Che faranno quando dovranno votarlo in consiglio? Ma di questo parliamo in altro articolo.
Qualcuno obietterà : ma il privato se costruisce uno stadio deve anche poterci guadagnare.
Non è in questi termini la questione: in altri casi la società calcistica si limita a costruire lo stadio mantenendo i diritti solo per le attività di marketing e dei servizi ristoro inglobati nello stadio, che c’entrano i centri commerciali, le abitazioni, gli alberghi e i negozi di una vasta area come quella di Tor di Valle?
E in ogni caso lo stadio rappresenta i due terzi dell’intera volumetria prevista, non certo il 25%.
Questa è semplicemente un affare commmerciale con cui si permette a privati di speculare su un’area comprata a prezzi stracciati da un fallimento.
E se il privato ha diritto a provarci a fare un affare, dove sta scritto che un ente pubblico deve fare beneficienza?
(da agenzie)
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