STOP AI VITALIZI (MA NON PER TUTTI)
ECCO COSA PREVEDE LA DELIBERA APPROVATA DA CAMERA E SENATO … A QUALI PARLAMENTARI SI APPLICA
Vitalizi aboliti per i parlamentari condannati in via definitiva, ma non per tutti.
Le identiche delibere approvate dagli uffici di Presidenza di Camera e Senato prevedono infatti alcune “eccezioni” che possono permettere a deputati e senatori che hanno avuto guai con la giustizia a non rinunciare, per forza, alla pensione a vita.
Il risultato viene comunque festeggiato come un “bel segnale” dai presidenti dei due rami del Parlamento, Pietro Grasso e Laura Boldrini.
Tuttavia non hanno votato le delibere Ap (alla Camera), Forza Italia e Movimento 5 Stelle.
I grillini hanno attaccato la “delibera farsa perchè salva la stragrande maggioranza dei politici condannati, tutti i loro amici di tangentopoli e colpisce solo una piccola cerchia”.
Con le nuove norme c’è lo stop al vitalizio per i parlamentari condannati in via definitiva per reati di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione, con pene superiori ai due anni. Nell’ultima fattispecie è però escluso l’abuso d’ufficio.
Inoltre, la cessazione del vitalizio viene meno nel caso il politico condannato in via definitiva si serva della riabilitazione, istituto dell’ordinamento penale che consente, decorsi almeno 3 anni, di ottenere l’estinzione degli effetti penali della condanna e delle pene accessorie.
È il caso, per esempio, di Marcello de Angelis, condannato a 5 anni per banda armata e associazione sovversiva come elemento di spicco del gruppo neofascista Terza Posizione, ma riabilitato.
Rientra invece nell’abolizione Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano, condannato in via definitiva per ricettazione e finanziamento illecito dei partiti nella vicenda Tangentopoli.
Pochi mesi fa disse che se avessero abolito il vitalizio “non arriverò alla fine del mese”.
Non solo: le norme si applicano in caso di condanne in via definitiva a più di due anni per reati comuni che prevedano un massimo edittale non superiore ai sei anni.
Ancora: lo stop al vitalizio non può essere applicato nel caso di assegni e pensioni di reversibilità , laddove il parlamentare sia deceduto prima dell’entrata in vigore della delibera.
Rientrano a pieno titolo nell’abolizione del vitalizio Marcello Dell’Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; Cesare Previti, condannato a 6 anni per corruzione in atti giudiziari; Totò Cuffaro, condannato a 7 anni per favoreggiamento alla mafia; Toni Negri, condannato a 12 anni per complicità con le Brigate Rosse; Massimo Abbatangelo, condannato a 6 anni per detenzione di esplosivo. Rientra anche Silvio Berlusconi che, comunque, dal 2018 potrà fare richiesta per la riabilitazione penale.
La delibera approvata dall’Ufficio di presidenza della Camera prevede all’articolo 1: “E’ disposta la cessazione dell’erogazione dei trattamenti previdenziali erogati a titolo di assegno vitalizio o pensione a favore dei deputati cessati dal mandato che abbiano riportato, anche attraverso” il patteggiamento a) condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, previsti dall’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater del codice di procedura penale (mafia e terrorismo) e dagli articoli da 314 a 322-bis, 325 e 326 del codice penale (reati contro la P.A. come peculato e concussione); b) “condanne definitive con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni, così determinata ai sensi dell’articolo 278 del codice di procedura penale”.
Il M5S attacca: “Ecco chi si salva”. Il grillino Riccardo Fraccaro attacca sulla sua pagina Facebook e fa un elenco dei parlamentari che invece la “fanno franca”.
“Paolo Cirino Pomicino – scrive Fraccaro – percepirà ogni mese 5.573 euro nonostante la condanna per corruzione finanziamento illecito (pena inferiore ai due anni e riabilitato, ndr). Idem Enzo Carra, ex deputato Pd condannato per false dichiarazioni sulle mazzette, ben 3.979 euro. Per gentile concessione del Pd, i cittadini pagheranno i vitalizi a vecchi e anche nuovi tangentisti: come Salvatore Sciascia, attuale parlamentare forzista già condannato per corruzione, che a fine legislatura potrà riscuotere l’assegno (anche lui riabilitato, riporta oggi il Fatto Quotidiano)”.
Un altro parlamentare che potrà contare sul vitalizio, scrive sempre Fq, sarà Giuseppe Ciarrapico.
(da “Huffingtonpost”)
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