STRAGE MIGRANTI: “SERVE MARE NOSTRUM EUROPEA”
LA DENUNCIA DI MEDICI SENZA FRONTIERE, TERRE DES HOMMES, CROCE ROSSA, CONSIGLIO ITALIANO DEI RIFUGIATI, UNHCR, AMREF, SANT’EGIDIO, FONDAZIONE MIGRANTES, CARITAS
Un’operazione tipo Mare Nostrum ma europea: a chiederla sono le principali organizzazioni umanitarie, che, sollecitano l’Europa a intervenire subito e in maniera incisiva per evitare che tragedie come quella di oggi nel Canale di Sicilia, ma che ormai si verificano quasi quotidianamente nelle ultime settimane, si ripetano. “Contro le tragedie di migranti in mare serve un’operazione Mare Nostrum europea. La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata risposta” ha detto Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr.
“Ci troviamo in un momento epocale per numero di persone in fuga dalle guerre. Per questo è necessaria una strategia di intervento condivisa da tutti i Paesi europei” ha aggiunto Sami, secondo la quale bisogna anche aprire “canali legali di ingresso per i rifugiati che riguardino tutti i paesi europei”.
“Non ci si può fermare ad un’operazione Triton, che da subito abbiamo considerato e contestato come insufficiente a salvare le persone in mare, occorre fare uno sforzo unitario in Europa, per un’operazione che abbia le stesse caratteristiche di ‘Mare Nostrum’ e non sia quindi un semplice controllo di frontiere, ma diventi veramente un presidio umanitario del Mediterraneo, che possa salvaguardare la vita delle persone” afferma ai microfoni della Radio Vaticana monsignor Giancarlo Perego, il direttore della Fondazione Migrantes che fa capo alla Cei.
Anche secondo il direttore della Caritas italiana, don Francesco Soddu, “l’idea di un’Europa inespugnabile sta barcollando sotto i colpi di una umanità disperata che in fuga dai propri paesi sta mostrando il volto peggiore degli effetti della globalizzazione. Iniquità , conflitti, ideologie sono i fattori che determinano il costante aumento dei flussi di profughi verso il continente europeo”.
Olivero Forti, responsabile per l’immigrazione della Caritas Italiana aggiunge: “Ormai noi siamo stufi e indignati nel contare morti in mare. C’è bisogno di un’operazione – italiana, europea o per mano dell’Onu – che salvi queste vite, perchè se continuiamo a discutere su chi dovrà fare questa operazione, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si ripeteranno tragedie di questo tipo, e noi non vogliamo più che questo accada”. “La situazione – infatti – è preoccupante, perchè chiaramente i flussi aumentano”.
“Lo sapevamo, lo abbiamo urlato e oggi assistiamo impotenti a questa nuova carneficina. L’Europa non può più tacere. Mare nostrum deve diventare un programma europeo”.
Così la Croce Rossa Italiana a proposito del nuovo naufragio avvenuto al largo delle coste libiche.
Con l’Europa se la prende anche Medici senza Frontiere: l’Ue fa “proclami sull’accoglienza” ma poi “erige muri” contro l’immigrazione e così “scava una fossa comune di dimensioni pazzesche nel Mediterraneo” dice Loris De Filippi di Msf Italia.
“Avevamo chiesto a Renzi di impegnarsi in Europa perchè l’operazione Mare Nostrum fosse ripresa integralmente dall’Ue; avevamo avuto rassicurazioni, in realtà quello che vediamo è un continuo stillicidio giornaliero”.
Anche il Consiglio Italiano dei Rifugiati attende che l’Europa batta un colpo. “Questa vergognosa indifferenza deve finire – dice il direttore Christopher Hein – deve essere subito convocata una riunione straordinaria del Consiglio Europeo, perchè l’Ue si assuma finalmente la responsabilità di dare risposte politiche e operative”.
“L’Europa, inerme, non riesce a dare una risposta adeguata” è l’accusa anche di Amref, ong che lavora in Africa, mentre Mare Nostrum europea ma anche apertura di canali umanitari sono le richieste di cui il Governo italiano, secondo Terre des Hommes, deve farsi portavoce in Europa.
E una “improrogabile intesa europea” è invocata anche da Emma Cavallaro, presidente della Convol (Conferenza delle associazioni di volontariato).
Va oltre l’Europa la Comunità di Sant’Egidio: se l’Ue non è all’altezza di fermare le inaccettabili stragi del mare, dicono, è l’Onu che deve scendere in campo utilizzando tutti gli strumenti possibili, fino alla convocazione urgente di una riunione del Consiglio di sicurezza, perchè “si è di fronte a un numero di vittime che assomiglia a quello di una guerra”.
(da “la Repubblica”)
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