STUPRATE, VIOLENTATE E UCCISE: L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SOVRANISTA MINACCIA LE CALCIATRICI DI ANCONA RESPECT
LA PAGINA UFFICIALE DELLA LEGA POSTA L’INIZIATIVA “POLITICA” DELLE GIOVANI E SI SCATENANO I LEONI DA TASTIERA E GLI PSICOPATICI RAZZISTI
“Non era una partita giovanile. Non era una partita di beneficenza. Nessuno ha strumentalizzato nessuno. Era una partita interna alla nostra societa’, tra persone ben consapevoli del nostro impegno sociale e politico ancor prima che sportivo. Impegno politico che abbiamo deciso di manifestare prima del calcio d’inizio, quando ci siamo fotografati con uno striscione con su scritto ‘Diamo un calcio a Salvini’ per protestare contro la presenza del leader della Lega in citta’.
Cosi’ in una nota la Polisportiva Antirazzista Assata Shakur di Ancona, di cui fa parte anche Ancona Respect, la societa’ di calcio femminile e giovanile, finita nel mirino della Lega dopo lo striscione apparso in occasione di una partitella fatta “per salutarci prima della pausa natalizia e farci auguri di buone feste, aperta a tutti, dirigenti, allenatori, calciatrici, amici, tifosi, simpatizzanti, tesserati e non. All’ultimo si sono aggiunte anche le ragazze della giovanile”.
“Il vero incitamento alla violenza – osserva la societa’ – e’ nelle centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto nelle ultime 48 ore dopo che la pagina Facebook nazionale della Lega ha condiviso, decontestualizzando e strumentalizzando, la nostra foto col suddetto striscione: inviti ad essere stuprate, violentate, uccise”
“Ma noi continueremo a portare avanti il nostro messaggio – prosegue la nota -. Tutti i genitori delle ragazze e dei ragazzi iscritti alla nostra scuola calcio sanno del nostro impegno sociale, politico e sportivo. Esponiamo da anni ad ogni nostra partita, lo striscione ‘Chi ama lo sport, odia il razzismo’. Essere contro ogni tipo di discriminazione, in Italia nel 2019 – conclude la nota -, significa essere contro quei leader politici che provano a dividere per acquisire voti, che lisciano il pelo ai peggiori istinti. Che dicono di essere dalla parte del popolo quando del popolo non lo sono neanche mai stati. Noi siamo il popolo. Con le nostre attivita’ di quartiere quotidiane, basate sul volontariato”.
(da Globalist)
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