SUL VERTICE PUTIN-ZELENSKY, DA MOSCA TUTTO TACE. IL CREMLINO INTENDE PROSEGUIRE LE OSTILITÀ “ALMENO FINO ALL’AUTUNNO IN MODO DA MASSIMIZZARE I SUOI GUADAGNI TERRITORIALI”
FONTI VICINE A “MAD VLAD”, SOSTENGONO CHE PUTIN CONTINUA A MANTENERE IN PIEDI LE SUE PRETESE MASSIMALISTE SULL’UCRAINA: RINUNCIA AL DONBASS E ALLA NATO, NEUTRALITÀ MILITARE, ZERO TRUPPE STRANIERE
Ieri Volodomyr Zelensky ha tinto di toni più retorici il suo quotidiano messaggio agli
ucraini: «Non lasceremo la nostra terra agli occupanti». L’ex generale Kellogg lo incontrerà oggi per parlare delle garanzie per la sicurezza che per Kiev continuano a esse
Kellogg è tra i maggiori esperti di Ucraina nell’entourage di Trump, ma Putin lo ritiene troppo filoucraino e ha chiesto che venisse escluso dalla delegazione del tête-á-tête con il presidente americano in Alaska.
Dagli Stati Uniti, Trump ha dato segnali sempre più contrastanti sulle possibili garanzie americane, considerate anche dagli europei le più importanti. Ma una notizia, intanto, è arrivata dalla Cina. Secondo fonti europee citate dalla tedesca Welt, Pechino sarebbe disponibile a inviare truppe di peacekeeping in Ucraina, ma solo su mandato dell’Onu.
Ma in questa fase il pallino non è in mano americana né ucraina, è finito nella metà campo del Cremlino. Che non sembra molto intenzionato a portare avanti i colloqui per la pace.
L’ultima settimana in Ucraina è stata una delle più violente dall’inizio della guerra: nelle ultime ventiquattr’ore la regione di Zaporizhzhia è stata colpita quasi quattrocentocinquanta volte da bombe, droni e missili russi. E sul vertice Putin-Zelensky, da Mosca tutto tace. Ieri il presidente finlandese Alexander Stubb, che è volato a Washington la scorsa settimana con i volenterosi
per il summit alla Casa Bianca, ha detto che considera ormai un incontro tra il presidente russo e quello ucraino «altamente improbabile».
Per un semplice motivo: il Cremlino intende proseguire le ostilità «almeno fino all’autunno» in modo da «massimizzare i suoi guadagni territoriali». E un’agenzia Reuters, citando tre fonti vicine al Cremlino, sostiene che Putin continuerebbe a mantenere in piedi le sue pretese massimaliste all’Ucraina: rinuncia al Donbass e alla Nato, neutralità militare, zero truppe straniere.
In una girandola di contatti, Zelensky ha cercato ieri di esercitare la sua moral suasion anche sul sud del mondo. Dopo una telefonata con l’influente presidente del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, il capo dello Stato ha ribadito la sua disponibilità «a qualsiasi tipo di incontro con il capo della Russia. Tuttavia, vediamo che Mosca sta ancora una volta cercando di prolungare ulteriormente la situazione».
È importante, per Zelensky, che quella parte di mondo «invii segnali pertinenti e spinga la Russia verso la pace». Mentre a Dick Schoof, il premier dei Paesi Bassi atteso a Kiev trattenuto in patria da una crisi politica interna, il presidente ucraino ha ricordato che la «Russia continua a bombardare le nostre città. Interpretiamo tutti i segnali che arrivano da Mosca in questi giorni allo stesso modo»: Putin non vuole la pace.
(da agenzie)
Leave a Reply